Page 68 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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rotazione diurna. Come se non bastasse, Galileo fa introdurre
esplicitamente a Simplicio il problema del mezzo affermando che
dopotutto l’aria può far continuare il moto dei proietti, come dice
Aristotele. Il lettore continua a chiedersi che cosa abbia a che fare tutto
questo con il movimento naturale della rotazione diurna. Ma Salviati
risponde: «Potrebbe senza dubbio, quando ella potesse continuarlo in sé
stessa». 157 Vale a dire che, se l’aria è mossa, può portare con sé, in altre
parole muovere, i proietti e gli uccelli! A questo punto, Simplicio si
becca un frizzo mordace che, dopo ciò che abbiamo detto, non sembra
molto giusto. Sagredo però chiede che si torni agli uccelli:
«Nel proposito de’ quali voi avevi detto che l’aria mossa con grandissima
velocità poteva loro restituir quella parte del movimento diurno che tra gli
scherzi de’ loro voli potessero avere smarrita; sopra di che io replico che l’aria
mossa non par che possa conferire in un corpo solido e grave una velocità tanta
quanta è la sua propria» 158 (il corsivo è mio).
Qui si torna a insistere sull’aria come soggetto responsabile della
conservazione del movimento diurno degli uccelli. Certo è che più avanti
Salviati fornisce una spiegazione che ci sembra coerente con la fisica che
Galileo sta introducendo: ci dice infatti che il movimento diurno
permane sempre negli uccelli e li equipara, in quanto gravi, a una pietra
che si lasci cadere da una torre e, in quanto volatili, a qualsiasi corpo
proiettato. La conclusione è:
«Ed in somma, se noi ben considereremo e più intimamente contempleremo gli
effetti del volar degli uccelli, non differiscono in altro da i proietti verso tutte le
parti del mondo, salvo che l’esser questi mossi da un proiciente esterno, e quelli
da un principio interno». 159
Potrebbe sembrare che, a conti fatti, si sia trattato solo di uno sfortunato
scivolone dialettico. Probabilmente, c’è qualcosa del genere, ma la vera
conclusione, il climax dell’argomentazione, risulta inquietante perché, se
non mi inganno, ricade nell’ambiguità che ho evidenziato.
Qui, Galileo vuole dare compimento al suo discorso, illustrando
un’esperienza che renderà definitivamente palese la «nullità di tutte le
esperienze addotte» contro il movimento di rotazione diurno della Terra.
A questo punto introduce il noto passo della nave in cui, in una stanza
sotto coperta, si osservano delle gocce che cadono da un recipiente,
farfalle e mosche che volano, pesciolini che nuotano in una vasca, il
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