Page 69 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 69
fumo dell’incenso che sale verso l’alto mentre una persona fa dei salti
verso prua o verso poppa. Niente permette di capire, dal movimento
degli oggetti e degli animali menzionati, se la nave è ferma o avanzi a
velocità uniforme, quale che sia. Sebbene la nave proceda
uniformemente, non dobbiamo saltare o lanciare oggetti con più forza
verso prua o verso poppa per ottenere lo stesso slancio; i pesci o gli
insetti non dovranno nuotare o volare con più forza in una direzione che
in un’altra; e le gocce che cadono continueranno a cadere nel recipiente
posto più in basso. È un testo giustamente celebre. Si tratta della
presentazione di uno dei pilastri fondamentali della fisica galileiana, la
formulazione e descrizione di quello che è stato denominato un sistema
inerziale. A noi però esso interessa in rapporto al tema che stiamo
sviluppando. Un passo di particolare interesse di questo famoso testo è,
in questo senso, il seguente:
«E di tutta questa corrispondenza d’effetti ne è cagione l’esser il moto della nave
comune a tutte le cose contenute in essa ed all’aria ancora, che per ciò io dissi
che si stesse sotto coverta; ché quando si stesse di sopra e nell’aria aperta e non
seguace del corso della nave, differenze più o men notabili si vedrebbero in
alcuni de gli effetti nominati: e non è dubbio che il fumo resterebbe in dietro,
quanto l’aria stessa; le mosche parimente e le farfalle, impedite dall’aria, non
potrebber seguir il moto della nave, quando da essa per spazio assai notabile si
separassero; ma trattenendovisi vicine, perché la nave stesa, come di fabbrica
anfrattuosa, porta seco parte dell’aria sua prossima, senza intoppo o fatica
seguirebbon la nave, e per simil cagione veggiano tal volta, nel correr la posta, le
mosche importune e i tafani seguir i cavalli, volandogli ora in questa ed ora in
quella parte del corpo; ma nelle gocciole cadenti pochissima sarebbe la
differenza, e ne i salti e ne i proietti gravi, del tutto impercettibile» 160 (il corsivo
è mio).
È evidente che qui, ancora una volta, si insiste sulla responsabilità
dell’aria per il fatto che il fumo e gli animaletti aerei partecipino del
movimento comune della nave e degli altri oggetti. E siccome Galileo ha
presentato questa esperienza come quella che rifiuterebbe tutte le
obiezioni invocate contro la rotazione diurna, risulta evidente che così
facendo ha confermato l’ambiguità da noi sottolineata. Da un lato, la
rotazione diurna delle nuvole e degli uccelli viene a essere attribuita alla
loro natura terrena; dall’altro, tale rotazione viene a essere attribuita
all’aria nella quale si trovano o in cui volano. Ma, se l’aria mossa di
moto violento è responsabile del movimento degli uccelli, il loro non
69