Page 65 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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Prima  però  dobbiamo  soffermarci  ancora  un  istante  sul  caso  dell’aria,
          perché  la  problematica  relativa  non  si  esaurisce  con  la  sua  natura

          elementare e le sue proprietà dinamiche specifiche. Galileo si avvolge in
          gravi ambiguità nel trattamento degli argomenti che coinvolgono l’aria.

          Nelle argomentazioni dei corpi che cadono verticalmente, in seguito a
          fuoco di artiglieria in direzioni diverse, Galileo sviluppa magistralmente

          il  punto  di  vista  e  le  conseguenze  dei  nuovi  princìpi  fisici  da  lui
          introdotti. Con la conservazione del moto e soprattutto con l’estensione

          della  relatività  ottica  alla  relatività  meccanica  del  moto,  Galileo  ci
          trasporta  in  un  contesto  radicalmente  diverso  da  quello  della  fisica
          tradizionale,  i  cui  errori  e  presupposti  sono  da  lui  smascherati  con  un

          dominio del nuovo apparato concettuale tale da farci credere che siamo
          definitivamente usciti dal contesto tradizionale.

          Ma,  insisto,  l’argomento  degli  uccelli  e  delle  nuvole  comporta  una
          sorprendente  ambiguità.  Per  quale  ragione,  suonava  l’interrogativo
          tradizionale,  mentre  la  Terra  ruota  le  nuvole  sospese  nell’aria  non

          restano indietro? E la domanda è ancora più pertinente a proposito degli
          uccelli,  che  rimangono  a  lungo  in  aria  volando  in  questa  o  quella

          direzione.
          I  commentatori  non  hanno  prestato  particolare  attenzione  a  questi

          problemi. Se non sbaglio, Koyré nelle Études galiléennes non accenna
          neppure  a  questo  argomento,  e  Clavelin  gli  dedica  appena  un  paio  di

          paragrafi che perlopiù sono una parafrasi del Dialogo, non vedendovi un
          problema  specifico.  Commenta,  con  un  linguaggio  moderno,  che  la
          difficoltà a proposito degli uccelli consiste nella difficoltà di credere che,

          volando in aria per tanto tempo e su lunghe distanze, tuttavia continuino
          ad appartenere allo stesso sistema delle cose presenti al suolo. E Clavelin

          continua:


                   «In realtà, la difficoltà scompare quando si riflette sul comportamento dell’aria;
                   essa  stessa  corpo  grave,  legata  meccanicamente  alla  Terra,  possiede  lo  stesso
                   impeto  circolare  uniforme  di  tutti  i  corpi  materiali,  e  per  tale  ragione
                   accompagna  costantemente  la  Terra  nella  sua  rotazione.  Nello  stesso  modo,
                   quando l’uccello o la nuvola che, dal canto loro, possiedono lo stesso impeto,
                   cessino di appoggiarsi al suolo per appoggiarsi invece sull’aria, non proveranno
                   il minimo cambiamento né subiranno la minima deviazione per influenza di un

                   eventuale moto diurno».    152

          Questa è, semmai, una spiegazione nostra,  la  quale  però  non  è  quella





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