Page 62 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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introdotto nuovi aspetti, come l’eliminazione delle sfere solide e
l’esistenza di un cielo fluido, 141 che gli impediscono di seguire
fedelmente Copernico nelle sue idee sul mondo sublunare della sua
cosmologia. Tuttavia, in Galileo si ha una fedeltà contraddittoria. Così
Copernico replicava agli argomenti tradizionali contro la rotazione
terrestre:
«Che diremo dunque delle nuvole e delle altre cose che stanno in aria, o cadono,
oppure tendono verso l’alto? Nulla, se non che non soltanto la Terra con
l’elemento acqueo ad essa unito si muove così, ma anche una parte non piccola
dell’aria e tutte le cose che, allo stesso modo, hanno un rapporto con la Terra.
Sia che l’aria vicina, mista di materia terrena ed acquea, segua la medesima
natura della Terra, sia che il movimento dell’aria sia acquisito, ed essa ne
partecipi senza resistenza per contiguità e per il movimento continuo della Terra.
[Dopo avere accennato alla regione superiore dell’aria, dove si dice che si
generino le comete, e che alcuno dicono che segua il moto celeste, Copernico
aggiunge:] Noi possiamo dire che quella parte dell’aria, per la grande distanza
dalla Terra, è priva di quel movimento terrestre. Perciò l’aria, vicina alla Terra,
apparirà calma, e con essa le cose che vi sono sospese, a meno che per il vento o
per qualche altra forza non siano agitate qua e là, come avviene». 142
Da ciò risulta evidente che, come si è già detto, Copernico condivide con
la tradizione l’idea del mondo elementare organizzato in sfere. Gli
argomenti addotti da Galileo a proposito dell’aria sono, come si vedrà in
seguito, esattamente gli stessi addotti da Copernico, sebbene le premesse
siano già cambiate e, di conseguenza, insorgano alcuni problemi per noi
importanti, ma che Galileo non sembra aver colto.
Quando parla delle differenze tra il caso di una pietra che venga lasciata
cadere dall’alto di una torre e quello di un’altra lasciata cadere
dall’albero di una nave che si muove con velocità uniforme, Galileo fa
una puntualizzazione che per noi è di notevole interesse.
«Aggiugnesi che è necessario che almeno quella parte d’aria che è inferiore alle
maggiori altezze de i monti, venga dall’asprezza della superficie terrestre rapita e
portata in giro, o pure che, come mista di molti vapori ed esalazioni terrestri,
naturalmente séguiti il moto diurno; il che non avviene dell’aria che è intorno
alla nave cacciata da i remi: per lo che l’argumentare dalla nave alla torre non ha
forza d’illazione; perché quel sasso che vien dalla cima dell’albero, entra in un
mezo che non ha il moto della nave; ma quel che si parte dall’altezza della torre,
si trova in un mezo che ha l’istesso moto che tutto ’l globo terrestre, talché,
senz’esser impedito dall’aria, anzi più tosto favorito dal moto di lei, può seguire
l’universal corso della Terra.» 143
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