Page 61 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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Lungi  dall’essere  moderne,  queste  idee  costituiscono  più  che  altro
          un’applicazione  del  principio  generale  secondo  cui  «il  simile  attrae  il

          simile», che spiega come mai le parti della Terra tendano verso questa.
          Qui sembra che Galileo dia a intendere che i satelliti di Giove siano parte

          di Giove e che la Luna parte della Terra, il che sembra significare che
          sono  della  stessa  materia.  Ma,  se  così  è,  perché  non  obbediscono  al

          principio  secondo  cui  il  simile  attrae  il  simile  e  non  si  precipitano
          dunque verso il corrispondente pianeta, che è il loro tutto? Perché le loro

          parti tendono verso il centro del loro proprio tutto? Perché certe «parti»
          –  le  pietre  –  cadono  verso  il  loro  tutto  e  altre  «parti»  –  i  satelliti  –
          orbitano intorno al loro tutto?

          Ma  la  cosa  più  sorprendente  è  che  nella  teoria  copernicana  di  Galileo
          abbia senso parlare anche del mondo sublunare, e tuttavia ce l’ha. Se la

          Terra  è  anch’essa  un  pianeta,  e  pertanto  si  muove  in  un  cielo  fluido,
          come mai l’aria segue la Terra senza essere ostacolata dal mezzo fluido
          in cui si muove? Galileo neppure si pone la domanda. E, a mio avviso,

          non  lo  fa  perché  in  realtà  continua  a  pensare  secondo  lo  schema  del
          «mondo sublunare» da lui difeso anche nel suo De motu.

          Si  dirà  che,  con  la  sua  conversione  al  copernicanesimo,  questo
          atteggiamento avrebbe dovuto cambiare, anzi mutare radicalmente. Ma

          non è necessario che sia così. Per Copernico, ad esempio, il problema
          non esiste perché egli continua a credere nelle sfere solide; si devono a

          queste i moti dei pianeti. E non c’è quindi alcuna difficoltà a spiegare
          come  la  Terra  con  il  mondo  sublunare  si  muova,  intorno  al  Sole,
          racchiusa nella sfera solida della Luna. Però, sebbene Copernico creda

          senza  dubbio  alcuno  nella  struttura  elementare  del  mondo  sublunare,
          deve però giustificare il fatto che l’acqua e l’aria seguono il movimento

          terrestre di rotazione, senza che siano ostacolate da un mezzo celeste nel
          loro movimento annuo di rivoluzione. Si potrebbe tuttavia sottolineare

          che Galileo dispone di altri dati e conoscenze e ha indubbiamente già
          abbandonato  tali  idee  legate  alla  cosmologia  tradizionale.  Clavelin

          espone questa idea con estrema chiarezza quando afferma:


                   «Stabilire  concretamente,  grazie  al  contributo  del  telescopio,  la  somiglianza
                   materiale di tutti i corpi del mondo equivale, in effetti, a sopprimere la teoria
                   degli elementi come parte costitutiva della cosmologia filosofica».        140


          Temo  però  che  ciò  sia  tutt’altro  che  certo.  Vero  è  che  Galileo  ha





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