Page 72 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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«Cosa c’è da modificare nel ragionamento copernicano perché da assurdo
divenga accettabile? Non poche cose: bisogna sostituire la spiegazione mitica
della partecipazione dei corpi gravi al movimento della Terra (partecipazione
alla «natura» della terra) mediante una spiegazione fisica o, più esattamente,
meccanica; in altre parole, occorre rendere esplicite le idee sottese nel
ragionamento e soprattutto quella che, per un insieme di corpi animati da uno
stesso movimento, questo movimento, al quale prendono parte tutti, non conta; in
altri termini, bisogna completare la nozione di sistema fisico e ammettere la
relatività, non soltanto ottica – come fa Copernico – ma anche fisica del
movimento» 163 (corsivo nell’originale).
È ovvio che Koyré sta esponendo la trasformazione che avrà luogo
nell’opera di Galileo e, più concretamente, nel Dialogo, come lo stesso
Koyré spiega più avanti. In pagine ormai classiche, Koyré mostra come
nel Dialogo appaiano tutte le cose che mancano per rendere accettabile
l’argomento copernicano. Anche Galileo, è certo, presenta limitazioni:
mai approderà al moderno principio di inerzia quale trova formulazione
in Cartesio e Newton. Ma tra gli inequivocabili raggiungimenti di
Galileo, sempre secondo Koyré, va enumerato il fatto che:
«Nella fisica galileiana il movimento non rivela e non esprime mai la natura del
mobile. Abbiamo già avuto modo di vedere fino a che punto il movimento in
essa sia estraneo al mobile… Nell’accezione rigorosa, aristotelica, di questo
termine, non vi sono dunque, per Galileo, moti naturali, come del resto moti
violenti». 164
Nel caso di Clavelin, per citare un altro classico, avviene qualcosa di
assai simile. Clavelin non manca di far menzione del fatto che Galileo
riprende la tesi copernicana del movimento di rotazione diurna a causa
della natura terrea di un corpo, dicendo però che questa replica alle
obiezioni contro il movimento di rotazione terrestre, che erano state
utilizzate anche da Rothmann, «a stento supera il livello di
argomentazione dialettica», e aggiunge:
«Il merito di Galileo è precisamente quello di aver saputo andare al di là di
questo semplice argomento ad hominem, proponendo una soluzione in stretto
accordo con la relatività meccanica». 165
I testi di Koyré e di Clavelin rendono evidente che, se i punti che ho
sviluppato più sopra non sono fuorvianti, sarà necessario esplorare quali
conseguenze possano avere per i concetti centrali della fisica galileiana
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