Page 556 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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Copernico, che di volte maggiore del
fusse grande bisogno.
quanto tutto l’orbe
magno, co ’l porla solamente eguale al Sole, il qual Sole è minore assai
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della diecimilionesima parte di esso orbe magno, rende la sfera stellata
tanto grande e alta, che basta per rimuovere l’instanza fatta contro esso
Copernico.
SAGR. Fatemi, di grazia, questo computo.
SALV. Il computo è facile e brevissimo. Il diametro del Sole è undici
semidiametri della Terra, ed il diametro dell’orbe magno contiene, de i
medesimi, 2416, per detto comune delle
Computo della grandezza
parti; talché il diametro dell’orbe contiene della fissa rispetto
quel del Sole 220 volte prossimamente: e
all’orbe magno.
perché le sfere sono tra di loro come i cubi
de i lor diametri, facciamo il cubo di 220, che è 10648000, ed averemo
l’orbe magno maggior del Sole dieci milioni seicentoquarant’ottomila
volte; al qual orbe magno diceva quest’autore dover essere eguale una
stella della sesta grandezza.
SAGR. L’error dunque di costoro consiste nell’ingannarsi sommamente
nel prender il diametro apparente delle stelle fisse.
SALV. Cotesto è l’errore, ma non è solo: e veramente io resto
grandemente ammirato come tanti astronomi, e
Inganno comune di
pur di gran nome, quali sono Alfagrano,
tutti gli astronomi 76
intorno alle grandezze Albategno, Tebizio, e più modernamente i
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delle stelle. Ticoni, i Clavii, ed in somma tutti i
predecessori al nostro Accademico, si sien così
altamente ingannati nel determinar le grandezze di tutte le stelle, tanto
fisse quanto mobili, trattine i dua luminarii, né abbiano posto cura alla
irradiazione avventizia, che ingannevolmente le mostra cento e più volte
maggiori che quando si veggono senza crini. E non si può scusare questa
loro inavvertenza, perché era in lor potestà il vederle a lor piacimento
senza i crini, ché basta guardarle nella lor prima apparizion della sera o
ultima occultazion dell’aurora; e se non altro, Venere, che pure spesse
volte si vede di mezo giorno così piccola che ben bisogna aguzzar la
vista, e che pur poi nella seguente notte
Venere rende
comparisce una grandissima fiaccola, gli
inescusabile l’error degli
doveva fare accorti della lor fallacia: ché
astronomi, preso nel
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