Page 535 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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SALV. Ne’ due superiori le ho io precisamente osservate quasi ogni anno
da ventidua anni in qua: in Mercurio non si può fare osservazione di
momento, per non si lasciar egli vedere se non nelle sue massime
digressioni dal Sole, nelle quali le sue distanze dalla
Mercurio non
Terra sono insensibilmente diseguali, e però tali
ammette chiare
differenze inosservabili, come anco le mutazioni di
osservazioni.
figure, che assolutamente bisogna che seguano come
in Venere; e quando lo vediamo, dovrebbe mostrarsi in figura di mezo
cerchio, come fa Venere ancora nelle sue massime digressioni; ma il suo
disco è tanto piccolo e ’l suo splendore tanto vivace, per esser egli così
vicino al Sole, che non basta la virtù del telescopio a radergli il crine, sì
che egli apparisca tutto tosato. Restaci da rimuover quella che pareva
grande sconvenevolezza nel moto della Terra, cioè che, volgendosi tutti i
pianeti intorno al Sole, ella solamente non solitaria
Rimuovesi la
difficultà nata dal come gli altri, ma in compagnia della Luna,
insieme con tutta la sfera elementare, andasse in un
muoversi la Terra
intorno al Sole non anno intorno al Sole, ed insieme insieme si
movesse l’istessa Luna ogni mese intorno alla
solitaria, ma in
compagnia della Terra. Qui è forza esclamar un’altra volta ed
esaltare l’ammirabil perspicacità del Copernico ed
Luna.
insieme compiagner la sua disavventura, poiché
egli non vive al nostro tempo, quando, per tor via l’apparente assurdità
del movimento in conserva della Terra e della Luna, vediamo Giove,
quasi un’altra Terra, non in conserva di una Luna, ma accompagnato da
quattro Lune, andare intorno al Sole in 12 anni, con tutto quello che può
esser contenuto dentro a gli orbi delle quattro stelle Medicee.
SAGR. Per qual cagione chiamate voi Lune i quattro pianeti Gioviali?
SALV. Tali si rappresentan elleno a chi stando in
Stelle Medicee sono
come quattro Lune Giove le riguardasse. Imperocché esse per sé
stesse son tenebrose, e dal Sole ricevono il lume,
intorno a Giove.
il che è manifesto dal suo rimaner eclissate
quando entrano nel cono dell’ombra di Giove; e perché di esse vien
solamente illuminato l’emisferio che riguarda verso il Sole, a noi, che
siamo fuor de i loro orbi e più vicini al Sole, si mostrano sempre tutte
lucide; ma a chi fusse in Giove si mostrerebbero tutte luminose quando
fussero nelle parti superiori de i lor cerchi, ma nelle parti inferiori, cioè
tra Giove e ’l Sole, da Giove si scorgerebbon falcate: ed in somma
farebbero a i Gioviali le mutazioni stesse di figure che a noi Terrestri fa
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