Page 531 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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mille volte più di quello che ci si rappresenterebbe quando se gli levasse
          il capellizio radioso non suo.

          SAGR. Ora mi sovviene d’aver letto non so che in questa materia, non so
                                                                                                       56
          se nelle Lettere Solari o nel Saggiatore del nostro amico comune;  ma
          non sarà se non bene, sì per ridurlo in memoria a me sì per intelligenza
          del Sig. Simplicio, che forse non ha viste tali scritture, dichiararci più

          distintamente come sta questo negozio, la cui cognizione penso che sia
          molto necessaria per ben restar capace di quello che ora si tratta.

          SIMP. A me veramente giugne nuovo tutto quello che di presente vien
          portato  dal  Sig.  Salviati;  ché,  per  dire  il              Operazioni del telescopio

          vero, non ho auto curiosità di legger cotesti
                                                                          reputate fallacie
          libri,  né  ho  sin  qui  prestato  molta  fede                 da i Peripatetici.

          all’occhiale  nuovamente  introdotto,  anzi,
          seguendo  le  pedate  de  gli  altri  filosofi  peripatetici  miei  consorti,  ho
          creduto  esser  fallacie  e  inganni  de  i  cristalli  quelle  che  altri  hanno

          ammirate per operazioni stupende: e però, quando io sia sin qui stato in
          errore, mi sarà caro d’esserne cavato; e allettato dall’altre novità udite da

          voi, starò più attentamente a sentire il resto.
          SALV. La confidenza che hanno questi tali uomini
                                                                                  Oggetti risplendenti
          del proprio loro accorgimento è non meno fuor di                        si mostrano
          ragione  di  quel  che  sia  la  poca  stima  che  fanno
                                                                                  circondati di raggi
          del giudizio altrui; ed è gran cosa che si stimino                      avventizii.
          atti  a  poter  giudicar  meglio  d’un  tale  strumento
          senza averlo mai sperimentato, che quelli che mille e mille esperienze ne

          hanno fatte e ne fanno ogni giorno. Ma lasciamo, di grazia, questa sorta
          di pervicaci, che non si possono né anco tassare senza onorargli più che

          non  meritano:  e  tornando  al  nostro  proposito,  dico  che  gli  oggetti
          risplendenti, o sia che il lor lume si refranga nella umidità che è sopra le
          pupille, o si refletta ne gli orli delle palpebre,
                                                                              Ragione per la quale
          spargendo  i  suoi  raggi  reflessi  sopra  le
                                                                              i corpi luminosi
          medesime pupille, o sia pur per altra cagione, si
                                                                              si mostrano ingranditi
          mostrano all’occhio nostro circondati di nuovi
                                                                              tanto più quanto son
          raggi, e perciò maggiori assai di quello che ci si
                                                                              più piccoli.
          rappresenterebbero i corpi loro spogliati di tale
          irradiazione;  e  questo  ingrandimento  si  fa  con  maggiore  e  maggior

          proporzione secondo che tali oggetti lucidi son minori e minori; in quella
          guisa  appunto  che  se  noi  supponessimo  che  il  ricrescimento  de’  crini





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