Page 527 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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di questo negozio.
          SALV.  Ora  mi  confermo  io  maggiormente  nel  credere  la  confusione

          dell’autor  dell’instanza,  mentre  veggo  che  voi  ancora,  Sig.  Simplicio,
          adombrate, né ben possedete, quello che dir vorreste: il che raccolgo io

          principalmente  dal  tralasciar  voi  una  distinzione,  che  è  un  punto
          principalissimo  in  questa  faccenda.  Però  ditemi  se  nel  far  questa

          esperienza, dico di questo trapasso di stella sopra la bocca del pozzo, voi
          fate  differenza  veruna  dall’essere  il  pozzo  più  o  men  profondo,  cioè

          dall’esser quello che osserva più o men distante dalla bocca; perché non
          vi ho sentito far caso sopra ciò.
          SIMP.  Veramente  non  ci  ho  applicato  il  pensiero,  ma  ben  la  vostra

          interrogazione mi sveglia la mente, e mi accenna, tal distinzione dovere
          esser necessariissima; e già comincio a comprendere che per determinare

          il  tempo  di  tal  passaggio,  la  profondità  del  pozzo  può  per  avventura
          arrecar diversità non minore che la larghezza.
          SALV. Anzi pur vo io dubitando che la larghezza non ci abbia che far

          niente, o pochissimo.
          SIMP. E pur mi pare che dovendo scorrer 10 braccia di larghezza ricerchi

          dieci volte più tempo che il trapasso di un braccio: e son sicuro che una
          barchetta lunga 10 braccia prima mi trapasserà innanzi alla vista, che una

          galera lunga cento.
          SALV. E pur persistiamo ancora in quello inveterato concetto, di non ci

          muover se non tanto quanto le nostre gambe ci portano. Questo che voi
          dite, Sig. Simplicio mio, è vero quando l’oggetto veduto si muove stando
          voi fermo a osservarlo; ma se voi sarete nel pozzo quando il pozzo e voi

          insieme siate portati dalla terrestre conversione, non vedete voi che né in
          un’ora né in mille né in eterno sarete trapassato dalla bocca del pozzo?

          Quello che in tal caso operi in voi il muoversi o non muoversi la Terra,
          non può riconoscersi nella bocca del pozzo, ma in altro oggetto separato

          e che non partecipi della medesima condizione, dico di moto o di quiete.
          SIMP. Tutto sta bene: ma posto che io, stando nel pozzo, sia portato di

          conserva  con  esso  dal  moto  diurno,  e  che  la  stella  da  me  veduta  sia
          immobile, non essendo l’apertura del pozzo, che sola dà il passaggio alla
          mia vista, più di tre braccia de i tanti milioni di braccia del resto della

          superficie terrestre, che la vista m’impedisce, come potrà essere il tempo
          della veduta sensibil parte di quello dell’occultazione?

          SALV.  E  pur  ricadete  nel  medesimo  equivoco:  ed  in  effetto  sete
          bisognoso di chi v’aiuti a uscirne. Non è, Sig. Simplicio, la larghezza del



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