Page 522 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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com’altra volta s’è detto. Vedete poi quanto annuo alla Terra,
acconciamente vien levato dall’universo il conviene assegnarli
precipitosissimo moto delle 24 ore, e come le anco il diurno.
stelle fisse, che sono tanti Soli, conforme al
nostro Sole godono una perpetua quiete. Vedete in oltre quanta
agevolezza si trovi in questo primo abbozzamento, per render le ragioni
di apparenze tanto grandi ne’ corpi celesti.
SAGR. Io la scorgo benissimo; ma sì come voi da questa simplicità
raccogliete gran probabilità per la verità di cotal sistema, altri forse per
l’opposito ne potrebbe far contrarie deduzioni, dubitando, non senza
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ragione, come, essendo tal costituzione antichissima de’ Pittagorici e
tanto bene accomodata all’apparenze, abbia poi nel progresso di migliaia
d’anni auto così pochi seguaci, e sia sin da Aristotile medesimo stata
rifiutata, e doppo l’istesso Copernico vadia continuando nell’istessa
fortuna.
SALV. Se voi, Sig. Sagredo, vi foste alcuna volta abbattuto, sì com’io
molte e molte volte incontrato mi sono, a sentir quali sorte di scempiezze
bastano a render contumace ed impersuasibile il vulgo al prestar
l’orecchio, non che l’assenso, a queste novità, credo che assai in voi si
diminuirebbe la meraviglia del trovarsi così pochi seguaci di tale
opinione; ma poca stima, per mio parere, si deve fare di cervelli a i quali,
per confermargli e fissamente ritenergli nell’immobilità della Terra,
concludentissima dimostrazione è il vedere come stamani stasera a cena
nel Giappone, e che son certi che la Terra, come
Discorsi più che
gravissima, non può montar su sopra il Sole e poi
puerili bastanti per
ritener gl’idioti a rompicollo calare a basso. Di questi tali, il
numero de’ quali è infinito, non bisogna tener
nell’opinione della
stabilità della Terra. conto, né registrar le loro sciocchezze e cercar di
fare acquisto d’uomini nella cui difinizione entra
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solo il genere e manca la differenza, per avergli per compagni nelle
opinioni sottilissime e delicatissime. In oltre, qual guadagno credereste
voi di poter mai fare con tutte le dimostrazioni del mondo in cervelli
tanto stolidi, che non sono per sé stessi bastanti a conoscer le lor così
estreme pazzie? Ma la mia, Sig. Sagredo, è molto differente dalla vostra
meraviglia: voi vi maravigliate che così pochi siano seguaci della
opinione de’ Pitagorici; ed io stupisco come si sia mai sin qui trovato
alcuno che l’abbia abbracciata e seguita, né posso a bastanza ammirare
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