Page 53 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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sui quali riposa e mostrando la loro erroneità o arbitrarietà. In altre
parole, elaborerà una metateoria, filosofia o critica filosofica. Questa
prima giornata diventa così la pars destruens: essa consisterà nella
demolizione delle premesse filosofiche della cosmologia aristotelica
esposte nella parte iniziale del De caelo. Queste premesse implicano,
quale elemento fondamentale, l’idea della perfezione dell’universo e,
prendendo da questa le mosse, vengono esposte varie tesi come la
finitezza dell’universo, i suoi luoghi assoluti, le classi del moto che a
loro volta sono in relazione con i vari elementi. E questo porta alle
conclusioni, apparentemente necessarie, della centralità e
dell’immobilità della Terra e alla radicale eterogeneità dei mondi
terrestre e celeste. 122 Galileo smantella tale congegno partendo dalla
critica a quest’ultimo punto mediante l’analisi filosofica e l’esposizione
delle scoperte astronomiche più o meno recenti, in special modo le sue
compiute con il telescopio. Molti altri prima di lui, come l’infelice
Bruno, per citare un solo caso, avevano respinto i princìpi della filosofia
aristotelica e la conseguente concatenazione deduttiva. Galileo però si
spinge più in là: può concretamente dimostrare, con il suo telescopio, la
falsità di tesi centrali dell’aristotelismo manifestando al senso, oltre che
all’intelletto, come dice nella prima pagina del Sidereus nuncius, la
natura di molti fenomeni celesti. Le scoperte riferite in quest’opera e
nell’Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti,
sono a tale proposito di importanza centrale, e Galileo a esse si rimette.
In altre parole, è l’esperienza sensibile ad abbattere uno dei grandi
pilastri della cosmologia aristotelica, la tesi della sostanziale differenza
tra i mondi celeste e terrestre: con essa, crolla l’intero sistema.
Galileo però non sostiene esplicitamente che il punto di partenza di
Aristotele circa l’ordine e la perfezione dell’universo sia falso. Siamo
molto lontani da un positivismo radicale o da un grossolano empirismo.
Anche lui condivide princìpi filosofici, e a essi si attiene, in primo luogo
l’assioma dell’ordine e perfezione dell’universo. Ma, una volta
denunciata l’illecita identificazione tra il centro della Terra e il centro
dell’universo – in effetti Aristotele supponeva ciò che bisognava
dimostrare – il rapporto stabilito dallo Stagirita tra l’ordine cosmico e i
movimenti ne risulta sconvolto. Galileo espone chiaramente la credenza
che ha in comune con Aristotele e la sua riorganizzazione degli elementi
quando fa dire a Salviati:
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