Page 50 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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favore nel Saggiatore. 112 Già allora Keplero si era reso conto 113 che
quando Galileo si fosse reso conto dell’incompetenza di Chiaramonti, si
sarebbe pentito, come infatti avvenne. Dalla corrispondenza di Galileo
dalla fine del 1624 in poi apprendiamo le critiche alle tesi di
Chiaramonti. Questi avrebbe voluto allearsi con Galileo contro Keplero
e Tycho, ma era un’alleanza impossibile. Quando Guiducci venne a
sapere che Chiaramonti aveva pubblicato uno scritto contro il moto della
Terra e la teoria delle maree di Galileo, suggerì a questi che «non
sarebbe se non bene dare una buona ripassata a quel Peripateticuccio
freddo e scipito». 114 Chiaramonti infatti può essere visto come l’antitesi
di Galileo là dove nella dedica all’Anti-Tycho scrive:
«In mezzo a tale sconvolgimento della filosofia ho ritenuto mio dovere
dedicarmi allo studio continuo […] e, con grande gioia dell’animo mio, la libera
ricerca della verità non mi ha trascinato nei sentieri tortuosi e pieni di buche
delle nuove opinioni, ma mi ha riportato nel porto sicuro dell’antico dogma». 115
Non è strano che importanti personaggi della curia romana pensassero a
Chiaramonti per «delucidare questo tema del movimento della Terra a
favore di Tolomeo». 116 Ovviamente, le sue coincidenze con Grassi erano
assai più profonde delle differenze: nonostante le loro diverse opinioni
sulla questione delle comete, Chiaramonti si avviava a essere in un certo
senso il rappresentante ufficiale delle forze più conservatrici contro il
copernicanesimo, e non è pertanto strano che Galileo, durante la
redazione del Dialogo, attendesse la pubblicazione delle opere di
Chiaramonti in difesa della scienza tradizionale, per dar loro risposta
compiuta. Come risulta infatti dalla corrispondenza fino al 1626, per
poterlo fare ritardò la conclusione del Dialogo. Certi amici pensavano
che Galileo gli attribuisse eccessiva importanza. Il 5 agosto 1628 Castelli
gli scrive che Chiaramonti ha già pubblicato De tribus novis stellis e,
commentando l’incompetenza di questi, puntualizza:
«Ma il punto sta che quest’huomo da bene, non intendendo né sé stesso né V.S.,
penserà in ogni modo di havere mille ragioni e che lei habbia tutti i torti, e si
metterà a schiamazzare, senza concluder mai cosa che vaglia; però sarei di
parere che V.S. non ci perdesse tempo, massime con faticar la mente in
pregiudicio de la sanità». 117
Lo stato di salute di Galileo tra il 1626 e il 1629 fu effettivamente
pessimo e causa principale del rinvio della sua opera. Certo è però che,
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