Page 47 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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«Le opere che ho da condurre a fine sono principalmente 2 libri De systemate
                   seu constitutione universi, concetto immenso et pieno di filosofia, astronomia et
                   geometria;  tre  libri  De  motu  locali,  scienza  interamente  nuova,  non  havendo
                   alcun  altro,  né  antico  né  moderno,  scoperto  alcuno  de  i  moltissimi  sintomi
                   ammirandi che io dimostro essere ne i movimenti naturali et ne i violenti, onde
                   io la posso ragionevolissimamente chiamare scienza nuova et ritrovata da me sin
                   da  i  suoi  primi  principii:  tre  libri  delle  mecaniche,  due  attenenti  alle
                   demostrazioni de i principii et fondamenti, et uno de i problemi; et benché altri
                   habbino scritto questa medesima materia, tutta via quello che ne è stato scritto
                   sin qui, né in quantità né in altro è il quarto di quello che ne scrivo io. Ho anco

                   diversi opuscoli di soggetti naturali, come De sono et voce, De visu et coloribus,
                   De  maris  estu,  De  compositione  continui,  De  animalium  motibus,  et  altri
                   ancora». 105


          È  dunque  chiaro  che  già  allora  Galileo  non  soltanto  aveva  progettato
          quelle  che  sarebbero  state  le  sue  due  grandi  opere,  il  Dialogo  e  i

          Discorsi,  ma  aveva  anche  già  sviluppato  gli  elementi  centrali  del  loro
          contenuto  teorico.  Ciò  nonostante,  sebbene  molti  dei  manoscritti
          conservati contengano buona parte di ciò che sarebbero stati i Discorsi,

          non è giunto fino a noi nessun testo del momento in cui si anticipa quello
          che sarebbe stato il Dialogo. Sebbene la lettera faccia riferimento a un

          opuscolo  sulle  maree,  il  Discorso  del  flusso  e  reflusso  del  mare,
          destinato a diventare il nucleo centrale della quarta giornata del Dialogo,

          Galileo  non  lo  scriverà  se  non  nel  1616.  Soffermiamoci  un  momento
          sulla genesi del Dialogo, prima di passare al suo contenuto.

          Nel  1616,  Galileo  era  stato  denunciato  già  due  volte  per  le  sue  idee
          copernicane.  Nel  1615  si  presentò  a  Roma  per  difendere  la  teoria
          copernicana  dalla  possibile  censura  e  a  tal  fine  redasse  il  suddetto

          Discorso  del  flusso…,  in  cui  vedeva  l’elemento  decisivo  a  favore  del
          moto  della  Terra  su  se  stessa  e  attorno  al  Sole.  Ma,  sebbene  Galileo

          uscisse  perfettamente  assolto  dall’indagine  aperta  dall’Inquisizione,  il
          copernicanesimo  venne  ufficialmente  proibito.  Di  conseguenza,  il

          Discorso del flusso… non poteva essere pubblicato e doveva aspettare
          un’occasione  migliore.  Nel  1618  apparve  la  cometa  che  avrebbe

          provocato la polemica tra Galileo e Orazio Grassi, eminente professore
          del Collegio Romano. La risposta di Galileo è la sua opera polemica più
          importante,  Il  Saggiatore,  nella  quale  la  discussione  sulla  natura  e

          posizione delle comete passa in secondo piano rispetto alla trascendenza
          filosofico e politico-culturale dell’opera. All’inizio del 1623, mentre Il

          Saggiatore è in stampa, tra gli amici si diffonde la notizia che Galileo sta



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