Page 507 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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distanza, pur dal polo, è maggiore che non è la parallasse inferiore del
          fenomeno;  cioè  dico  che  l’eccesso  dell’arco  CP  (distanza  inferiore

          apparente)  sopra  l’arco  PD  (distanza  apparente  superiore)  è  maggiore
          dell’arco  CA  (che  è  la  parallasse  inferiore).  Il  che  si  raccoglie

          facilmente: imperocché di più eccede l’arco CP il PD che il PB, essendo
          PB maggiore di PD; ma PB è eguale a PA, e l’eccesso di CP sopra PA è

          l’arco CA; adunque l’eccesso dell’arco CP sopra l’arco PD è maggiore
          dell’arco CA, che è la parallasse del fenomeno posto in F: che è quel che

          bisognava  sapere.  E  per  dar  tutti  i  vantaggi  all’autore,  voglio  che
          supponghiamo,  la  parallasse  della  stella  in  F  esser  tutto  l’eccesso
          dell’arco  CP  (cioè  della  distanza  inferiore  dal  polo)  sopra  l’arco  PD

          (distanza  superiore).  Vengo  adesso  ad  esaminare  quel  che  ci  danno  le
          osservazioni di tutti gli astronomi prodotti dall’autore: tra le quali non ce

          n’è  pur  una  che  non  gli  sia  in  disfavore  e  contraria  al  suo  intento.  E
          facciamo principio da queste del Buschio, il quale trovò la distanza della
          stella  dal  polo,  quando  gli  era  superiore,  esser  gr.  28.10  m.  p.,  e  la

          inferiore esser gr. 28.30 m. p., sì che l’eccesso è gr. 0.20 m. p., il quale
          voglio che prendiamo (a favor dell’autore) come se tutto fusse parallasse

          della  stella  in  F,  cioè  l’angolo  TFO;  la  distanza  poi  dal  vertice,  cioè
          l’arco CV, è gr. 67.20 m. p. Trovate queste due cose, prolunghisi la linea

          CO, e sopra essa caschi la perpendicolare TI, e consideriamo il triangolo
          TOI,  del  quale  l’angolo  I  è  retto,  e  l’IOT  noto,  per  esser  alla  cima

          dell’angolo VOC, distanza della stella dal vertice; inoltre nel triangolo
          TIF,  pur  rettangolo,  è  noto  l’angolo  F,  preso  per  la  parallasse:  notinsi
          dunque da parte li due angoli IOT, IFT, e di essi si prendano i sini, che

          sono come si vede notato. E perché nel triangolo IOT di quali parti il
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          sino tutto TO  è 100000, di tali il sino TI è 92276, e di più nel triangolo
          IFT di quali il sino tutto TF è 100000, di tali il sino TI è 582, per ritrovar
          quante  parti  sia  TF  di  quelle  che  TO  è  100000,  diremo,  per  la  regola

          aurea:  Quando  TI  è  582,  TF  è  100000;  ma  quando  TI  fusse  92276,
          quanto  sarebbe  TF?  Multiplichiamo  92276  per  100000;  ne  viene

          9227600000: e questo si deve partire per 582; ne viene, come si vede,
          15854982: e tante parti saranno in TF di quelle che in TO sono 100000.

          Onde  per  voler  sapere  quante  linee  TO  sono  in  TF,  divideremo
          15854982  per  100000;  ne  verrà  158  e  mezo  prossimamente:  e  tanti

          semidiametri sarà la distanza della stella F dal centro T. E per abbreviar
          l’operazione, vedendo noi come il prodotto del multiplicato di 92276 per





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