Page 510 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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SALV.  Uno  di  quei  debolissimi  fili:  dicendo  che  le  parallassi  vengono
          diminuite  mercé  delle  refrazioni,  le  quali,  operando  contrariamente,

          sublimano  il  fenomeno,  dove  le  parallassi  l’abbassano.  Ora,  quanto
          vaglia  questo  miserabil  refugio,  giudicatelo  da  questo,  che  quando

          quest’effetto delle refrazioni fusse di quella efficacia che da non molto
          tempo  in  qua  alcuni  astronomi  hanno  introdotto,  al  più  che  potesse

          operar circa l’elevar più del vero un fenomeno sopra l’orizonte, mentre
          egli sia di già alto 23 o 24 gradi, sarebbe il diminuirgli circa 3 minuti di

          parallasse; il qual temperamento è scarsissimo per ritrar la stella sotto la
          Luna, ed in alcuni casi è minore che non è il vantaggio conceduto da noi
          nell’ammetter  che  l’eccesso  della  distanza  inferior  dal  polo  sopra  la

          superiore sia tutto parallasse, il qual vantaggio è cosa assai più chiara e
          palpabile  che  l’effetto  della  refrazione,  della  grandezza  del  quale  io

          dubito, e non senza ragione. Ma più, io domando quest’autore s’ei crede
          che quelli astronomi, delle osservazioni dei quali egli si serve, avessero
          cognizione  di  questi  effetti  delle  refrazioni  e  vi  facessero  sopra

          considerazione,  o  no:  se  gli  conobbero  e  considerarono,  è  ragionevol
          credere che di essi tenesser conto nell’assegnare le vere elevazioni della

          stella,  facendo  a  quei  gradi  di  altezze,  che  sopra  gli  strumenti  si
          scorgevano,  quelle  tare  che  erano  convenienti  mercé  dell’alterazioni

          delle refrazioni, immodo che lo distanze pronunziate da loro fussero poi
          le  corrette  e  giuste,  e  non  le  apparenti  e  false;  ma  s’ei  crede  che  tali

          autori  non  facessero  reflessione  sopra  le  dette  refrazioni,  convien
          confessare che eglino abbiano parimente errato in determinar tutto quelle
          cose  le  quali  non  si  possono  perfettamente  aggiustare  senza  la

          modificazione  delle  refrazioni:  tra  le  quali  cose  una  è  l’investigazione
          precisa delle altezze polari, le quali comunemente si prendono dalle due

          altezze meridiane di alcuna delle stelle fisse sempre apparenti, le quali
          altezze verranno alterate dalla refrazione, nell’istesso modo appunto che

          quelle della stella nuova; talché l’altezza polare, che da esse si deduce,
          verrà  difettosa,  e  partecipe  dell’istesso  mancamento  che  quest’autore

          ascrive  alle  altezze  assegnate  alla  stella  nuova,  cioè  e  quella  e  queste
          poste, con pari errore, più sublimi del vero. Ma tale errore, per quanto
          appartiene al nostro presente negozio, non progiudica punto, perché non

          avendo noi bisogno di saper altro che la differenza tra le due distanze
          della stella nuova dal polo, mentre ella gli fu inferiore e poi superiore,

          chiara  cosa  è  che  tali  distanze  saran  l’istesse  posta  l’alterazion  della
          refrazione comunemente per la stella e per il polo, ch’è comunemente



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