Page 459 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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chiedevano come Galileo vi fosse giunto (lettera di Baliani del 23 aprile 1632, Opere,
          XIV, p. 343; Mersenne, Harmonie universelle, 1636, t. I, pp. 86-87, cit. in Koyré, 1977,
          pp.  302-303).  Ma  l’unica  volta  che  Galileo  rispose,  a  distanza  di  anni,  fece  notare  a
          Baliani che, «per manifestare la estrema gofferia di quello che scriveva et assegnava il
          tempo della caduta della palla d’artiglieria dell’orbe lunare, poco importa che i cinque
          minuti [secondi] delle 100 braccia siano o non siano giusti» (lettera del 1° agosto 1639,
          Opere,  XVIII,  p.  177).  Possiamo  quindi  dare  per  scontato  che  A)  e  B)  sono  valori
          puramente ipotetici e che, per principio, Galileo non mostrava grande interesse per il
          valore  numerico  preciso  dell’accelerazione.  Tuttavia,  resta  l’interrogativo  di  come
          avesse  ottenuto  il  valore  praticamente  esatto  di  C).  In  merito,  ignoriamo  quasi  tutto,

          compresa la data nella quale Galileo scrisse l’aggiunta nel suo esemplare del Dialogo,
          quella che contiene il valore corretto. I vari storici sembrano d’accordo tra loro, non
          però per le stesse ragioni, nel senso che è assai improbabile che Galileo abbia ottenuto
          quella  cifra  sulla  scorta  di  un  esperimento  di  misurazione  scrupoloso  e  preciso.  Può
          darsi  che  abbia  inserito  il  valore  corretto  deducendolo  dalla  legge  della  caduta,  o
          ricavandolo  dagli  esperimenti  di  qualche  collega.  Si  veda  a  proposito  Koyré,  1977;
          Drake, 1970; Naylor, 1974; Lindberg, 1965; Shea, 1983.
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              Come  si  vede,  Galileo  suppone  che  l’accelerazione  sarebbe  costante,  mentre  per
          ottenere  il  tempo  esatto  bisogna  tener  conto  del  fatto  che  l’accelerazione  varia
          inversamente al quadrato della distanza, come è stabilito dalla legge newtoniana.
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             Vale a dire la regola del 3.
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              Nella  tabella  di  Galileo  abbiamo,  nella  parte  superiore,  i  tre  numeri  con  le  lettere
          corrispondenti, e il quadrato del secondo.
          Subito  dopo,  a  destra  della  verticale  abbiamo  il  risultato  della  prima  parte
          dell’operazione menzionata:
                                          588.000.000 × 25 = 14.700.000.000
          I numeri a sinistra delle verticali sono  quelli ottenuti ricavando la radice quadrata di
          147.000.000, risultato ottenuto dividendo per 100 il risultato precedente.





























          L’ultimo insieme di numeri, separati da una linea verticale nella parte inferiore destra,
          sono la riduzione dei 12.124 secondi a minuti, 12.124 : 60 = = 202; e a ore, 202 : 60 = 3.




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