Page 442 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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che il polo celeste percorresse un piccolo cerchio di 23,5° di raggio ogni 26.000 anni, al
          termine  dei  quali  l’equinozio  si  sarebbe  ritrovato  sullo  stesso  punto  della  sfera  delle
          stelle fisse da cui era partito 26.000 anni prima. All’interno di questa ottava sfera, erano
          contenute  quelle  dei  sette  pianeti  che  compivano  i  loro  rispettivi  movimenti.  In  ogni
          caso, come ho già detto, ciò che Galileo vuole fare apparire liquidato dalla simmetria
          che introduce è che, accettato il criterio di corrispondenza tra la dimensione maggiore e
          il periodo maggiore di una sfera, e una volta giunti, attraverso sfere ogni volta maggiori
          e pertanto anche di periodo maggiore, fino a una di dimensioni tali da completare una
          rivoluzione  in  ben  26.000  anni,  si  introduceva  poi  una  sfera  ancora  maggiore  che
          tuttavia ruotava con un periodo di sole ventiquattr’ore, ed era quindi assai più rapida

          persino di quella della Luna.
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             Gli equinozi o punti equinoziali sono i due punti in cui si intersecano l’equatore e
          l’eclittica. Il punto Ariete, o punto vernale, o equinozio di primavera, è la posizione che
          occupa il centro del Sole quando nel suo percorso lungo l’eclittica attraversa l’equatore
          da sud a nord. In questo momento la sua declinazione è pari a 0, e a partire da esso,
          diventa  positiva.  Il  punto  Libra  o  equinozio  d’autunno  è  il  punto  nel  quale  il  Sole
          attraversa l’equatore in senso contrario. In entrambi i casi, il numero di ore di luce e di
          oscurità della giornata è lo stesso. Ciò che qui importa è che l’equinozio è un punto
          dell’equatore celeste, sicché il corpo che lo attraversa percorre un circolo massimo.
          22  L’equinozio di primavera si chiama anche punto Ariete perché duemila anni fa in quel

          momento  il  Sole  si  trovava  all’interno  della  costellazione  omonima.  Ma,  sebbene  si
          continui a usare questa denominazione, il punto Ariete attualmente si trova nei Pesci. Il
          punto equinoziale infatti si sposta sull’eclittica di circa 50” di arco ogni anno in senso
          retrogrado (il senso in cui si muovono le lancette di un orologio), il che significa che
          completa una circonferenza e torna allo stesso punto dopo 26.000 anni. Tale fenomeno è
          noto  come  precessione  degli  equinozi;  esso  implica,  da  un  lato,  un’anticipazione  del
          momento  dell’equinozio,  decisiva  ai  fini  dell’elaborazione  del  calendario.  In  altre
          parole, il punto equinoziale si muove in senso contrario al moto apparente del Sole e gli
          va incontro raggiungendolo prima di aver percorso 360°. Così, l’anno tropico, ovvero
          intervallo di tempo trascorso tra i successivi passaggi del Sole per il punto Ariete, è più
          breve  –  di  una  ventina  di  minuti  –  dell’anno  sidereo,  l’intervallo  di  tempo  tra  due
          passaggi consecutivi del Sole per una determinata stella. D’altro canto, dal momento che
          il punto vernale è il punto di intersezione dell’eclittica e dell’equatore, ciò significa che,
          spostandosi,  tale  punto  trascina  con  sé  il  piano  dell’equatore,  ciò  che  a  sua  volta
          equivale  a  dire  che  l’asse  dell’equatore,  cioè  i  poli  celesti,  non  restano  fissi  ma
          descrivono un cono attorno all’asse dell’eclittica e la loro proiezione sulla sfera celeste

          percorrerà pertanto un piccolo cerchio di circa 23,5° di raggio che del pari sarà percorso,
          ovviamente,  in  26.000  anni.  In  effetti,  questo  fenomeno  fa  sì  che  le  stelle  possano
          spostarsi a latitudini maggiori e pertanto che si muovano lungo cerchi più lenti. Ipparco
          fu il primo a descrivere il fenomeno e, dopo di lui, tutti i grandi astronomi ne fornirono
          una  qualche  spiegazione.  Abbiamo  già  accennato  alla  soluzione  araba,  consistente
          nell’aggiungere una nona sfera. Nella teoria eliocentrica di Copernico, la spiegazione è
          però diversa e, come si vede, secondo Galileo più semplice. Oltre al movimento annuo
          (della sfera) della Terra intorno al Sole, e oltre alla rotazione della Terra su se stessa,




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