Page 437 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 437

moto velocissimo delle 24 ore sia della Terra sola, e non dell’universo
          trattane la sola Terra, non si erano persuasi che in cotal guisa potesse e

          dovesse  essere,  come  si  dice,  alla  cieca,  ma  che  benissimo  avevano
          vedute sentite ed esaminate le ragioni della contraria opinione, ed anco

          non leggiermente rispostole. Con questa medesima intenzione, quando
          così  sia  di  gusto  vostro  e  del  Sig.  Sagredo,  potremo  passare  alla

          considerazione dell’altro movimento, prima da Aristarco Samio e poi da
          Niccolò  Copernico  attribuito  al  medesimo  globo  terrestre,  il  quale  è,

          come credo che voi già abbiate sentito, fatto sotto il zodiaco, dentro allo
          spazio d’un anno, intorno al Sole, immobilmente collocato nel centro di
          esso zodiaco.

          SIMP. La quistione è tanto grande e tanto nobile, che molto curiosamente
          sentirò discorrerne, presupponendo d’aver a sentir tutto quello che in tal

          materia  si  possa  dire.  Andrò  poi  meco  medesimo  facendo  con  mio
          comodo reflession maggiore sopra le cose sentite e da sentirsi; e quando
          altro  io  non  guadagni,  non  sarà  poco  il  poterne  con  più  fondamento

          discorrere.
          SAGR.  Adunque,  per  non  stancar  più  il  Sig.  Salviati,  faremo  punto  a  i

          ragionamenti  d’oggi,  e  domani  ripiglieremo,  conforme  al  solito,  i
          discorsi, con isperanza d’aver a sentir gran novità.

          SIMP.  Io  lascio  il  libro  delle  stelle  nuove,  ma  riporto  questo  delle
          conclusioni, per riveder quello che vi è scritto contro al moto annuo, che

          deve esser la materia de’ ragionamenti di domani.


          1  Si può notare che mentre è Sagredo a fare sempre le professioni le più esplicite di

          copernicanesimo, Salviati, il portavoce di Galileo, è sempre, molto più prudente da un
          punto di vista formale.
          2  Nel libro quinto degli Elementi, Euclide sistematizza la teoria delle proporzioni, che
          viene attribuita a Eudosso di Cnido. Il libro in questione inizia con diciotto definizioni.
          La 6 dice che: «Grandezze che hanno lo stesso rapporto si chiamino proporzionali». E
          la 8 afferma: «Una proporzione deve avere almeno tre termini». Orbene, possono aversi
          vari modi distinti di proporzionalità; i due che ci interessano qui sono quelli descritti
          nelle ultime definizioni. La definizione 17 dice: «Date più grandezze ed altre di ugual

          numero, [disposte le une e le altre in un determinato ordine], se delle prime grandezze
          vengono prese a due a due quelle consecutive ed esse sono nello stesso rapporto delle
          corrispondenti consecutive fra le seconde grandezze, si ha rapporto ex aequo quando
          delle prime grandezze la prima stia all’ultima come delle seconde grandezze la prima sta
          all’ultima; o altrimenti: è il prendere in considerazione gli estremi con omissione dei
          medi».
          In altre parole, se abbiamo



                                                          437
   432   433   434   435   436   437   438   439   440   441   442