Page 432 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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tempo il suo moto, si stracca, ed anco si muore, quando si vuole sforzare
          ostinatamente.  Vedete  dunque  come  in  natura  si
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          incontrano  da  tutte  le  bande  vestigii  contrarianti
                                                                                  Keplero a favor del
          alla  posizione  del  Copernico,  né  mai  de’
                                                                                  Copernico.
          favorabili. E per non aver a ripigliar più la parte di
          questo  oppositore,  sentite  quel  ch’ei  produce  contro  al  Keplero  (co  ’l

          quale ei disputa), in proposito di quello che esso Keplero istava contro a
          quelli a i quali pare inconveniente, anzi impossibil cosa, l’accrescer in

          immenso la sfera stellata, come ricerca la posizion del Copernico. Instà
          dunque  il  Keplero  dicendo:  Difficilius  est
                                                                            L’autor dell’Antiticone
          accidens praeter modulum subiecti intendere,                      insta contro

          quam  subiectum  sine  accidente  augere:
                                                                            al Keplero.
          Copernicus igitur verisimilius facit, qui auget

          orbem  stellarum  fixarum  absque  motu,  quam  Ptolaemeus,  qui  auget
          motum fixarum immensa velocitate.                145  La qual instanza scioglie l’autore,

          maravigliandosi di quanto il Keplero s’inganni nel dire che nell’ipotesi
          di Tolomeo si cresca il moto fuor del modello del subietto, imperocché a

          lui pare che non si accresca se non conforme                       Cresce la velocità
          al  modello,  e  che  secondo  il  suo
                                                                             nel moto circolare
          accrescimento  si  agumenti  la  velocità  del                     secondo che cresce
          moto:  il  che  prova  egli  con  figurarsi  una
                                                                             il diametro del cerchio.
          macina che dia una revoluzione in 24 ore, il
          qual moto si chiamerà tardissimo; intendendosi poi il suo semidiametro
          prolungato  sino  alla  distanza  del  Sole,  la  sua  estremità  agguaglierà  la

          velocità  del  Sole;  prolungatolo  sino  alla  sfera  stellata,  agguaglierà  la
          velocità  delle  fisse,  benché  nella  circonferenza  della  macina  sia

          tardissimo. Applicando ora questa considerazione della macina alla sfera
          stellata,  intendiamo  un  punto  nel  suo  semidiametro  vicino  al  centro
          quant’è il semidiametro della macina; il medesimo moto, che nella sfera

          stellata è velocissimo, in quel punto sarà tardissimo: ma la grandezza del
          corpo è quella che di tardissimo lo fa divenir velocissimo, ancorché e’

          continui  d’esser  il  medesimo;  e  così  la  velocità  cresce  non  fuor  del
          modello  del  subietto,  anzi  cresce  secondo  quello  e  la  sua  grandezza,

          molto diversamente da quel che stima il Keplero.
          SALV. Io non credo che quest’autore si sia formato concetto del Keplero

          così tenue e basso, che e’ possa persuadersi che e’ non abbia inteso che il
          termine  altissimo  d’una  linea  tirata  dal  centro  sin  all’orbe  stellato  si





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