Page 429 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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SIMP. Séguita una quarta instanza, presa pur da
                                                                               Corpi del medesimo
          una naturale osservazione, che è che i corpi del
                                                                               genere hanno
          medesimo genere hanno moti che convengono
                                                                               moti che convengono
          in genere, o vero convengono nella quiete: ma
                                                                               in genere.
          nella  posizione  del  Copernico,  corpi  che
          convengono in genere, e tra di loro similissimi, arebbono in quanto al

          moto  una  somma  sconvenienza,  anzi  una  diametral  repugnanza;
          imperocché  stelle  tanto  tra  di  loro  simili,  nulladimeno  nel  moto

          sarebbero  tanto  dissimili,  poiché  sei  pianeti  andrebbono  in  volta
          perpetuamente,  ma  il  Sole  e  tutte  le  stelle  fisse
                                                                                     Altro argomento
          perpetuamente starebbero immote.                                           pur contro al

          SALV.       La      forma        dell’argomentare            mi      par
                                                                                     Copernico.
          concludente, ma credo bene che l’applicazione o la

          materia sia difettosa; e purché l’autore voglia persistere nel suo assunto,
          la conseguenza verrà senz’altro direttamente contro di lui. Il progresso
          dell’argomento  è  tale:  Tra  i  corpi  mondani,  sei  ce  ne  sono  che

          perpetuamente si muovono, e sono i sei pianeti; de gli altri, cioè della
          Terra, del Sole e delle stelle fisse, si dubita chi di loro si muova e chi stia

          fermo, essendo necessario che se la Terra sta ferma, il Sole e le stelle
          fisse si muovano, e potendo anch’essere che il Sole e le fisse stessero

                                               immobili,  quando  la  Terra  si  muovesse;
            Argumentasi, dall’esser
                                               cercasi,  in  dubbio  del  fatto,  a  chi  più
            per natura

            tenebrosa la Terra                 convenientemente si possa attribuire il moto,
                                               ed  a  chi  la  quiete.  Detta  il  natural  discorso,
            e lucido il Sole e le

            stelle fisse, quella               che il moto debba stimarsi essere di chi più in
                                               genere ed in essenza conviene con quei corpi
            esser mobile e
                                               che  indubitatamente  si  muovono,  e  la  quiete
            questi immobili.
                                               di chi da i medesimi più dissente; ed essendo
          che  un’eterna  quiete  e  perpetuo  moto  sono  accidenti  diversissimi,  è

          manifesto  che  la  natura  del  corpo  sempre  mobile  convien  che  sia
          diversissima dalla natura del sempre stabile; cerchiamo dunque, mentre

          stiamo  ambigui  del  moto  e  della  quiete,  se  per  via  di  qualche  altra
          rilevante condizione potessimo investigare chi più convenga con i corpi
          sicuramente mobili, o la Terra, o pure il Sole e le stelle fisse. Ma ecco la

          natura,  favorevole  al  nostro  bisogno  e  desiderio,  ci  somministra  due
          condizioni insigni, e differenti non meno che ’l moto e la quiete, e sono

          la  luce  e  le  tenebre,  cioè  l’esser  per  natura  splendidissimo,  e  l’esser
          oscuro e privo di ogni luce. Son dunque diversissimi d’essenza i corpi



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