Page 428 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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quali  alcune  cose  puntualissimamente  convengono,  ci  posson  eglin
          servire per farci conoscer le diverse nature di quelle tali cose?

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            Da gli accidenti
                                              dall’identità delle operazioni e degli accidenti
            comuni non si possono
                                              non si può argumentare salvo che una identità
            conoscere le
                                              di nature.
            nature diverse.
                                              SALV.  Talché  le  diverse  nature  dell’acqua,
          della terra, dell’aria, e dell’altre cose che sono per questi elementi, voi

          non l’arguite da quelle operazioni nelle quali tutti questi elementi e loro
          annessi convengono, ma da altre operazioni: sta così?
          SIMP. Così è in effetto.

          SALV.  Talché  quello  che  lasciasse  ne  gli  elementi  tutti  quei  moti
          operazioni ed altri accidenti per i quali si distinguono le lor nature, non

          ci  priverebbe  del  poter  venire  in  cognizione  di  esse,  ancorché  e’
          rimovesse poi quella operazione nella quale unitamente convengono, e
          che perciò non serve nulla per la distinzione di tali nature.

          SIMP. Credo che il discorso proceda benissimo.
          SALV.  Ma  che  la  terra,  l’acqua  e  l’aria  siano  da  natura  egualmente

          costituite immobili intorno al centro, non è opinione vostra, dell’autore,
          di Aristotile, di Tolomeo e di tutti i lor seguaci?

          SIMP. È ricevuta come verità irrefragabile.
          SALV. Adunque da questa comune natural condizione, di quietare intorno

          al centro, non si trae argomento delle diverse nature di questi elementi e
          cose elementari, ma convien apprender tal notizia
                                                                                 Il convenir gli
          da altre qualità non comuni; e però chi levasse a                      elementi in un moto

          gli  elementi  solamente  questa  quiete  comune  e
                                                                                 comune non
          gli  lasciasse  loro  tutte  l’altre  operazioni,  non                 importa più o meno

          impedirebbe  punto  la  strada  che  ne  guida  alla
                                                                                 che il convenire in
          cognizione  delle  loro  essenze:  ma  il  Copernico
                                                                                 una quiete comune.
          non leva loro altro che questa comune quiete, e
          glie  la  tramuta  in  un  comunissimo  moto,  lasciandogli  la  gravità,  la

          leggierezza, i moti in su, in giù, più tardi, più veloci, la rarità, la densità,
          le qualità di caldo, freddo, secco, umido, ed in somma tutte l’altre cose:
          adunque un tal assurdo, qual s’immagina questo autore, non è altrimenti

          nella  posizion  Copernicana;  né  il  convenire  in  una  identità  di  moto
          importa più o meno che il convenire in una identità di quiete, circa ’l

          diversificare o non diversificar nature. Or dite se ci è altro argomento in
          contrario.



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