Page 431 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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bastanza. E qual cosa più insulsa che dire, la Terra e                        dell’autor
          gli elementi esser relegati e separati dalle sfere celesti,                   dell’Antiticone.

          e  confinati  dentro  all’orbe  lunare?  ma  non  è  l’orbe
          lunare una delle celesti sfere, e, secondo il consenso loro, compresa nel

          mezo di tutte l’altre? nuova maniera di separare i puri da gl’impuri e gli
          ammorbati  da’  sani,  dar  a  gl’infetti  stanza  nel  cuore  della  città!  io

          credeva che il lazeretto se le dovesse scostare più
                                                                                 Stoltamente par
          che  fusse  possibile.  Il  Copernico  ammira  la
                                                                                 detto, la Terra esser
          disposizione  delle  parti  dell’universo  per  aver
          Iddio  costituita  la  gran  lampada,  che  doveva                     fuor del cielo.
          rendere il sommo splendore a tutto il suo tempio, nel centro di esso, e

          non da una banda. Dell’esser poi il globo terrestre tra Venere e Marte, ne
          tratteremo in breve; e voi stesso, in grazia di quest’autore, farete prova di

          rimuovernelo. Ma, di grazia, non intrecciamo questi fioretti rettorici con
          la saldezza delle dimostrazioni, e lasciamogli a gli oratori o più tosto a i
          poeti, li quali hanno saputo con lor piacevolezze inalzar con laude cose

          vilissime  ed  anco  tal  volta  perniziose;  e  se  altro  ci  resta,  spediamoci
          quanto prima.

          SIMP. Ci è il sesto ed ultimo argomento: nel qual ei pone per cosa molto
          inverisimile  che  un  corpo  corruttibile  e  dissipabile  si  possa  muovere

          d’un moto perpetuo e regolare; e questo conferma con l’esempio de gli
                                              animali,  li  quali,  movendosi  di  moto  a  loro
            Argomento preso

            da gli animali, che               naturale, pur si straccano, ed hanno bisogno di
                                              riposo  per  restaurare  le  forze;  ma  che  ha  da
            hanno bisogno di

            riposo, benché il                 fare  tal  movimento  con  quel  della  Terra,
                                              immenso  al  paragon  del  loro?  ma,  più,  farla
            moto loro sia naturale.
                                              muovere di tre moti discorrenti e distraenti in

          parti  diverse?  chi  potrà  mai  asserir  tali  cose,  salvo  che  quelli  che  si
          fussero giurati lor difensori? Né vale in questo caso quel che produce il

          Copernico,  che  per  essere  questo  moto  naturale  alla  Terra,  e  non
          violento,  opera  contrarii  effetti  da  i  moti  violenti;  e  che  si  dissolvon

          bene, né posson lungamente sussister, le cose alle quali si fa impeto, ma
          le fatte dalla natura si conservano nell’ottima loro disposizione; non val,
          dico,  questa  risposta,  che  vien  atterrata  dalla  nostra.  Imperocché

          l’animale  è  pur  corpo  naturale,  e  non  fabbricato  dall’arte,  ed  il
          movimento  suo  è  naturale,  derivando  dall’anima,  cioè  da  principio

          intrinseco;  e  violento  è  quel  moto  il  cui  principio  è  fuori,  ed  al  quale
          niente  conferisce  la  cosa  mossa:  tuttavia,  se  l’animal  continua  lungo



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