Page 434 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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bisogno di riposo per relassar le membra…
SAGR. Mi par di sentire il Keplero rispondergli,
Risposta finta del
che pur ci sono de gli animali che si rinfrancano
Keplero, con certa
dalla stanchezza co ’l voltolarsi per terra, e che
arguzia coperta.
però non si deve temer che il globo terrestre si
stracchi; anzi ragionevolmente si può dire che e’ goda d’un perpetuo e
tranquillissimo riposo, mantenendosi in un eterno rivoltolamento.
SALV. Voi, Sig. Sagredo, sete troppo arguto e satirico: ma lasciamo pur
gli scherzi da una banda, mentre trattiamo di cose serie.
SAGR. Perdonatemi, Sig. Salviati: questo ch’io dico
Gli animali non si
stancherebbono, non è miga così fuor del caso quanto forse voi lo
fate; perché un movimento che serva per riposo e
quando il lor moto
procedesse come per rimuover la stanchezza a un corpo defatigato
dal viaggio, può molto più facilmente servire a non
quello che viene
attribuito al globo la lasciar venire, sì come più facili sono i rimedii
preservativi che i curativi. E io tengo per fermo,
terrestre.
che quando il moto de gli animali procedesse
come questo che viene attribuito alla Terra, e’ non si stancherebbero
altrimenti, avvenga che lo stancarsi il corpo dell’animale deriva, per mio
credere, dall’impiegare una parte sola per muover sé stessa e tutto il
resto del corpo: come, v. g., per camminare si impiegano le cosce e le
gambe solamente, per portar loro stesse e tutto il rimanente; all’incontro
vedrete il movimento del cuore esser come infatigabile, perché muove sé
solo. In oltre, non so quanto sia vero che il
Cagione dello
movimento dell’animale sia naturale, e non più
stancarsi gli animali.
tosto violento; anzi credo che si possa dir con
verità che l’anima muove naturalmente le membra dell’animale di moto
preternaturale: perché, se il moto all’insù è preternaturale a i corpi gravi,
l’alzar le gambe e le coscie, che son corpi gravi, per camminare, non si
potrà far senza violenza, e però non senza fatica del movente; il salir su
per una scala porta il corpo grave, contro alla
Moto dell’animale
sua naturale inclinazione, all’in su, onde ne
più tosto è da
chiamarsi violento che segue la stanchezza, mediante la natural
repugnanza della gravità a cotal moto. Ma per
naturale.
muover un mobile di un movimento al quale e’
non ha repugnanza nissuna, qual lassezza o diminuzion di virtù e di forza
si deve temer nel movente? e perché si deve scemar la forza dove non se
n’esercita punto?
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