Page 436 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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più considerabile che se gli arrechi la velocità d’una macine, la quale in
          24 ore dia una sola revoluzione. Se per esser la
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          velocità  della  conversion  della  Terra  su  ’l
                                                                                stancheza nella sfera
          modello  di  quella  della  macine  non  si  tira  in
                                                                                stellata che nel
          conseguenza cose di maggior efficacia di quella,
          cessi  l’autore  di  temer  lo  stancarsi  della  Terra,              globo terrestre.

          perché né anco qualsivoglia ben fiacco e pigro animale, dico né anco un
          camaleonte,  si  straccherebbe  col  muoversi  non  più  di  cinque  o  sei

          braccia  in  24  ore;  ma  se  e’  vuol  considerar  la  velocità  non  più  su  ’l
          modello  della  macine,  ma  assolutamente,  ed  in  quanto  in  24  ore  il
          mobile  ha  da  passare  uno  spazio  grandissimo,  molto  più  si  dovrebbe

          mostrar  renitente  a  concederla  alla  sfera  stellata,  la  quale  con  velocità
          incomparabilmente  maggiore  di  quella  della  Terra  deve  condur  seco

          migliaia di corpi, ciaschedun grandemente maggiore del globo terrestre.
          Resterebbe  ora  che  noi  vedessimo  le  prove  per  le  quali  l’autore
          conclude, le stelle nuove del 72 e del 604 essere state sublunari, e non

          celesti,  come  comunemente  si  persuasero  gli  astronomi  di  quei  tempi,
          impresa  veramente  grande;  ma  ho  pensato,  per  essermi  tale  scrittura

          nuova,  e  lunga  per  i  tanti  calcoli,  che  sarà  più  espediente  che  io  tra
          stasera  e  domattina  ne  vegga  quel  più  ch’io  potrò,  e  domani  poi,

          tornando a i soliti ragionamenti, vi referisca quello che avrò ritratto: e se
          ci avanzerà tempo, verremo a discorrere del movimento annuo attribuito

          alla Terra. Intanto, se voi avete da dire alcuna cosa, ed in particolare il
          Sig.  Simplicio,  intorno  alle  cose  attenenti  al  moto  diurno,  assai
          lungamente  da  me  esaminato,  ci  avanza  ancora  un  poco  di  tempo  da

          poter discorrere.
          SIMP. A me non resta altro che dire, se non che i discorsi auti in questo

          giorno  mi  son  ben  parsi  ripieni  di  pensieri  molto  acuti  e  ingegnosi,
          prodotti per la parte del Copernico in confermazion del moto della Terra,

          ma non mi sento già persuaso a crederlo; perché finalmente le cose dette
          non concludon altro se non che le ragioni per la stabilità della Terra non

          son necessarie, ma non però si è prodotta dimostrazione alcuna per la
          parte  contraria,  la  quale  necessariamente  convinca  e  concluda  la
          mobilità.

          SALV.  Io  non  ho  mai  preso,  Sig.  Simplicio,  a  rimuovervi  dalla  vostra
          opinione,  né  meno  ardirei  di  definitivamente  sentenziar  sopra  sì  gran

          litigio; ma solamente è stata, e sarà anco nelle disputazioni seguenti, mia
          intenzione di farvi manifesto, che quelli che hanno creduto che questo



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