Page 408 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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grazia, respiriamo un poco, per venir poi a quest’altro filosofo, oppositor
del medesimo Copernico.
SAGR. Veramente ne ho bisogno io ancora, benché abbia solamente
affaticato gli orecchi; e quando io pensassi di non aver a sentir cose più
ingegnose in quest’altro autore, non so s’io mi risolvessi a andarmene a i
freschi in gondola.
SIMP. Credo che sentirete cose di maggior polso, perché quest’è filosofo
consumatissimo, e anco gran matematico, ed ha confutato Ticone in
materia delle comete e delle stelle nuove.
SALV. È egli forse l’autor medesimo dell’Antiticone?
SIMP. È quello stesso: 130 ma la confutazione contro alle stelle nuove non
è nell’Antiticone, se non in quanto e’ dimostra che elle non erano
progiudiziali all’inalterabilità ed ingenerabilità del cielo, sì come già vi
dissi; ma doppo l’Antiticone, avendo trovato per via di parallasse modo
di dimostrare che esse ancora son cose elementari e contenute dentro al
concavo della Luna, ha scritto quest’altro libro: De tribus novus stellis
etc., ed inseritovi anco gli argomenti contro al Copernico. Io l’altra volta
vi produssi quello ch’egli aveva scritto circa queste stelle nuove
nell’Antiticone, dove egli non negava che le fussero nel cielo, ma
dimostrava che la lor produzione non alterava l’inalterabilità del cielo, e
ciò facev’egli con discorso puro filosofico, nel modo ch’io vi dissi; e non
mi sovvenne di dirvi come di poi aveva trovato modo di rimuoverle dal
cielo, perché, procedendo egli in questa confutazione per via di computi
e di parallassi, materie poco o niente comprese da me, non l’avevo lette,
e solo avevo fatto studio sopra queste instanze contro al moto della
Terra, che son pure naturali.
SALV. Intendo benissimo, e converrà, doppo che avremo sentite le
opposizioni al Copernico, che sentiamo, o veggiamo almeno, la maniera
con la quale per via di parallasse dimostra essere state elementari quelle
nuove stelle, che tanti astronomi di gran nome costituiron tutti altissime
e tra le stelle del firmamento; e come quest’autore conduce a termine una
tanta impresa, di ritirar di cielo le nuove stelle sin dentro alla sfera
elementare, sarà ben degno d’esser grandemente esaltato e trasferito esso
tra le stelle, o almeno che per fama sia tra quelle eternato il suo nome.
Però spediamoci quanto prima da questa parte, che oppone all’oppinion
del Copernico, e cominciate a portare le sue instanze.
SIMP. Queste non occorrerà leggerle ad verbum, perché sono molto
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