Page 407 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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premerebbe,  e  solo  violentemente  si  sostenterebbe  sopra  quell’aria,
          quando la durezza non potesse esser superata e rotta dalla gravità; ma

          sassi  staccati  credo  che  scenderebbero  al  centro,  e  non
          soprannoterebbero  all’aria:  né  per  ciò  si  potrebbe  dire  che  non  si

          movessero  al  suo  tutto,  movendosi  là  dove  tutte  le  parti  del  tutto  si
          moverebbero, quando non fussero impedite.

          SIMP.  Quel  che  resta  è  certo  errore  ch’ei  nota  in  un  seguace  del
          Copernico, il quale, facendo che la Terra si muova del moto annuo e del

          diurno in quella guisa che la ruota del carro si muove sopra il cerchio
          della  Terra  ed  in  sé  stessa,  veniva  a  fare  o  il  globo  terrestre  troppo

          grande  o  l’orbe  magno          127   troppo  piccolo;  attesoché  365  revoluzioni
          dell’equinoziale son meno assai che la circonferenza dell’orbe magno.

          SALV.  Avvertite  che  voi  equivocate,  e  dite  il  contrario  di  quello  che
          bisogna che sia scritto nel libretto: imperocché bisogna dire che quel tale
          autore  veniva  a  fare  il  globo  terrestre  troppo  piccolo  o  l’orbe  magno

          troppo grande, e non il terrestre troppo grande e l’annuo troppo piccolo.
          SIMP. L’equivoco non è altrimenti mio: ecco qui le parole del libretto:

          Non videt quod vel circulum annuum aequo minorem, vel orbem terreum
          iusto multo fabricet maiorem.            128

          SALV.  Se  il  primo  autore  abbia  errato,  io  non  lo  posso  sapere,  poiché
          l’autor  del  libretto  non  lo  nomina;  ma  ben  è  manifesto  e  inescusabile

          l’error  del  libretto,  abbia  o  non  abbia  errato  quel  primo  seguace  del
          Copernico, poiché quel del libretto trapassa senza accorgersi un error sì

          materiale, e non lo nota e non lo emenda.                 129  Ma questo siagli perdonato,
                                                     come  errore  più  tosto  d’inavertenza  che
            Non repugna il
                                                     d’altro. Oltre che, se non ch’io sono omai
            potersi con la circonferenza
            di un cerchio                            stracco  e  sazio  di  più  lungamente
                                                     occuparmi  e  consumare  il  tempo  con
            piccolo, e poche
            volte rivoltato, misurare                assai poca utilità in queste molto leggieri
                                                     altercazioni, potrei mostrare come non è
            e descrivere una
                                                     impossibile  che  un  cerchio,  anco  non
            linea maggiore di
                                                     maggior d’una ruota d’un carro, co ’l dar
            qual si voglia grandissimo
                                                     non  pur  365,  ma  anco  meno  di  20
            cerchio.
                                                     revoluzioni, può descrivere o misurare la

          circonferenza non pur dell’orbe magno, ma di uno mille volte maggiore:
          e questo dico per mostrare che non mancano sottigliezze assai maggiori
          di questa, con la quale quest’autore nota l’error del Copernico. Ma, di





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