Page 400 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 400

SALV. Contro al Copernico non è altrimenti, il quale non scrive tal cosa,
          e quest’autor glie l’attribuisce con troppo eccesso di cortesia: anzi egli

          dice, e per mio parer dice bene, che la parte dell’aria vicina alla Terra,
          essendo più presto evaporazion terrestre, può aver la medesima natura, e

          naturalmente seguire il suo moto, o vero, per essergli contigua, seguirla
          in  quella  maniera  che  i  Peripatetici  dicono  che  la  parta  superiore  e

          l’elemento del fuoco seguono il moto del concavo della Luna;                          109  sì che a
          loro tocca a dichiarare se cotal moto sia naturale o violento.

          SIMP.  Replicherà  l’autore,  che  se  ’l  Copernico  fa  muovere  una  parte
          dell’aria inferiore solamente, mancando di cotal moto la superiore, non

          potrà render ragione come quell’aria quieta sia per poter condur seco i
          medesimi gravi e fargli secondare il moto della Terra.

          SALV.  Il  Copernico  dirà  che  questa  propension  naturale  de  i  corpi
          elementari di seguire il moto terrestre ha una limitata sfera, fuor della

                                        quale  cesserebbe  tal  naturale  inclinazione:                    110
            La propensione de
            i corpi elementari          oltreché,  come  ho  detto,  non  è  l’aria  quella  che
                                        porta  seco  i  mobili,  i  quali,  sendo  separati  dalla
            in seguir la Terra
            ha una limitata             Terra, seguano il suo moto; sì che cascano tutte le
                                        instanze che questo autor produce per provar che
            sfera.
                                        l’aria può non cagionar cotali effetti.
          SIMP. Come dunque ciò non sia, bisognerà dire che tali effetti dependano

          da principio interno; contro alla qual posizione oboriuntur difficillimae,
          immo  inextricabiles,  quaestiones  secundae,  che  sono  le  seguenti:

          Principium  illud  internum  vel  est  accidens,  vel  substantia:  si  primum,
          quale  nam  illud?  nam  qualitas  loco  motiva  circum  hactenus  nulla

          videtur esse agnita.       111
          SALV. Come non si ha notizia di alcuna? non ci sono queste, che muovon

          intorno  tutte  queste  elementari  materie,  insieme  con  la  Terra?  Vedete
          come quest’autore suppon per vero quello ch’è in quistione.

          SIMP. Ei dice che ciò non si vede, e parmi che abbia ragione in questo.
          SALV. Non si vede da noi, perché andiamo in volta insieme con loro.
          SIMP.  Sentite  l’altra  instanza:  Quae  etiam  si  esset,  quomodo  tamen

          inveniretur  in  rebus  tam  contrariis?  in  igne  ut  in  aqua?  in  aëre  ut  in

          terra? in viventibus ut in anima carentibus?                 112
          SALV.  Posto  per  ora  che  l’acqua  e  il  fuoco  sien  contrarii,  come  anche
          l’aria e la terra (che pur ci sarebbe da dire assai), il più che da questo ne

          possa seguire, sarà che ad essi non possono esser comuni i moti che tra




                                                          400
   395   396   397   398   399   400   401   402   403   404   405