Page 399 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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declive, se la medesima, piegandosi da basso,
                                                                             Il moto naturale si
          si  refletterà  in  su,  lo  porterà,  senza  punto
                                                                             converte per sé stesso
          interrompere il moto, anco all’insù. Una palla
                                                                             in quello che si
          di piombo pendente da uno spago, rimossa dal
                                                                             chiama preternaturale
          perpendicolo, descende spontaneamente, tirata                      e violento.
          dall’interna  inclinazione,  e  senza  interpor

          quiete  trapassa  il  punto  infimo,  e  senz’altro  sopravvegnente  motore  si
          muove in su. Io so che voi non negherete che tanto è naturale ed interno

          de i gravi il principio che gli muove in giù, quanto de i leggieri quello
          che  gli  muove  in  su:  onde  io  vi  metto  in  considerazione  una  palla  di
          legno, la quale scendendo per aria da grande altezza, e però movendosi

          da  principio  interno,  giunta  sopra  una  profondità  d’acqua,  continua  la
          sua scesa, e senz’altro motore esterno per lungo tratto si sommerge; e

          pure  il  moto  in  giù  per  l’acqua  gli  è  preternaturale,  e  con  tutto  ciò
          depende  da  principio  che  è  interno,  e  non  esterno  della  palla.  Eccovi
          dunque  dimostrato  come  un  mobile  può  esser  mosso,  da  uno  stesso

          principio interno, di movimenti contrarii.               107

          SIMP. Io credo che a tutte queste instanze ci sieno risposte, benché per
          ora  non  mi  sovvengano.  Ma  comunque  ciò  sia,  continua  l’autor  di

          domandar da qual principio dependa questo moto circolare de i gravi e
          de i leggieri, cioè se da principio interno o esterno, e seguendo dimostra

          che non può esser né l’uno né l’altro, dicendo: Si ab externo, Deusne
          illum  excitat  per  continuum  miraculum?  an  vero  angelus?  an  aër?  Et

          hunc quidem multi assignant. Sed contra….                    108
          SALV. Non vi affaticate in legger l’instanze, perch’io non son di quelli

          che attribuisca tal principio all’aria ambiente. Quanto poi al miracolo o
          all’angelo,  più  tosto  inclinerei  in  quella  parte;  perché  quello  che
          comincia  da  divino  miracolo  o  da  operazione  angelica,  qual  è  la

          trasportazione d’una palla d’artiglieria nel concavo della Luna, non ha
          dell’improbabile che in virtù del medesimo principio faccia anco il resto.

          Ma quanto all’aria, a me basta che ella non impedisca il moto circolare
          de i mobili che per essa si dice che si muovono; e per ciò fare, basta (né
          più  si  ricerca)  che  essa  si  muova  dell’istesso  moto,  e  che  con  la

          medesima velocità finisca le sue circolazioni che il globo terrestre.
          SIMP.  Ed  egli  insurgerà  parimente  contro  a  questo,  domandando  chi

          conduce intorno l’aria, la natura o la violenza? e confuta la natura, con
          dire che ciò è contro alla verità, all’esperienza, all’istesso Copernico.





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