Page 394 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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di molte particelle snodate, e ciascheduna assai                    nelle vibrazioni di
          grave,  gli  archi  AEC,  AFD  si  vedranno                         quello, e non si

          notabilmente incurvati. Per questo dunque, che                      distende dirittamente.
          le parti della catena, secondo che son più vicine

          al  punto  A,  voglion  far  le  lor  vibrazioni  più  frequenti,  non  lasciano
          scorrer  le  più  basse  quanto  naturalmente  farebbero;  e  con  il  continuo

          detrar dalle vibrazioni del peso C, finalmente lo fermano, quando ben
          l’impedimento dell’aria si potesse tor via.

          SAGR. Appunto sono arrivati i libri. Pigliate, Sig. Simplicio, e trovate il
          luogo del quale si dubita.
          SIMP.  Eccolo  qui,  dove  egli  incomincia  ad  argumentar  contro  al  moto

          diurno della Terra, avendo egli prima confutato l’annuo: Motus Terrae
          annuus         asserere        Copernicanos            cogit      conversionem            eiusdem

          quotidianam;  alias  idem  Terrae  hemispherium  continenter  ad  Solem
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          esset conversum, obumbrato semper averso;  e così la metà della Terra
          non vedrebbe mai il Sole.
          SALV. Parmi, per questo primo ingresso, che quest’uomo non si sia ben

          figurata la posizion del Copernico; perché s’egli avesse avvertito come
          e’ fa star l’asse del globo terrestre perpetuamente parallelo a sé stesso,

          non arebbe detto che la metà della Terra non vedrebbe mai il Sole, ma
          che l’anno sarebbe stato un sol giorno naturale, cioè che per tutte le parti

          della Terra si sarebbe auto sei mesi di giorno e sei mesi di notte, come
          ora  accade  a  gli  abitatori  sotto  ’l  polo.  Ma  questo  siagli  perdonato,  e
          venghiamo al resto.

          SIMP.  Segue:  Hanc  autem  gyrationem  Terrae  impossibilem  esse,  sic
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          demonstramus.   Questo  appresso  è  la  dichiarazione  della  seguente
          figura,  dove  si  veggono  dipinti  molti  gravi  descendenti,  e  leggieri
          ascendenti, e uccelli che si trattengono per aria, etc.

          SAGR. Mostrate, di grazia. Oh che belle figure, che uccelli, che palle, e
          che altre belle cose son queste?

          SIMP. Queste son palle che vengono dal concavo della Luna.
          SAGR. E questa che è?
          SIMP. È una chiocciola, che qua a Venezia chiaman buovoli, che ancor

          essa vien dal concavo della Luna.
          SAGR.  Sì,  sì:  quest’è  che  la  Luna  ha  così  grand’efficacia  sopra  questi

          pesci ostreacei, che noi chiamiamo pesci armai.
          SIMP.  Quest’è  poi  quel  calcolo  ch’io  dicevo,  di  questo  viaggio  in  un





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