Page 389 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 389

passato  cadendo,  in  altro  tempo  eguale  a  quel  della  scesa,  quando  e’
          continuasse  di  muoversi  uniformemente  co  ’l  massimo  grado  della

          velocità acquistata nel descendere: proposizione anco un’altra volta da

          voi supposta per vera, ma non dimostrata.                 92
          SALV. Quest’è una delle dimostrate dal nostro amico, e la vedrete a suo
          tempo;  ma  intanto  voglio  con  alcune  conietture,  non  insegnarvi  cosa

          nuova, ma rimuovervi da una certa opinione contraria, mostrandovi che
          forse così possa essere. Sospendendosi con un filo lungo e sottile, legato

          al palco, una palla di piombo, se noi la allontaneremo dal perpendicolo,
          lasciandola  poi  in  libertà,  non  avete  voi  osservato  che  ella  declinando

          passerà  spontaneamente  di  là  dal  perpendicolo  poco  meno  che
          altrettanto?

          SAGR.  L’ho  osservato  benissimo,  e  veduto  (massime  se  la  palla  sarà
          grave  assai)  che  ella  sormonta  tanto  poco  meno  della  scesa,  che  ho
          talvolta creduto che l’arco ascendente sia eguale al descendente, e però

                                               dubitato  che  le  sue  vibrazioni  potessero
            Il moto de i penduli
                                               perpetuarsi;  e  crederò  che  lo  farebbero  se  si
            gravi si perpetuerebbe,

            rimossi gl’impedimenti.            potesse  levar  l’impedimento  dell’aria,  la
                                               quale,  resistendo  all’esser  aperta,  ritarda

          qualche poco ed impedisce il moto del pendolo: ma l’impedimento è ben
          poco; di che è argomento il numero grande delle vibrazioni che si fanno

          avanti che il mobile si fermi del tutto.
          SALV. Non si perpetuerebbe il moto, Sig. Sagredo, quando ben si levasse
          totalmente l’impedimento dell’aria, perché ve n’è un altro più recondito

          assai.
          SAGR. E qual è? ché altro non me ne sovviene.

          SALV. Vi gusterà il sentirlo, ma ve lo dirò poi; intanto seguitiamo. Io vi
          ho proposta l’osservazione di questo pendolo, acciò che voi intendiate
          che l’impeto acquistato nell’arco descendente, dove il moto è naturale, è

          per sé stesso potente a sospignere di moto violento la medesima palla per
          altrettanto spazio nell’arco simile ascendente; è tale, dico, per sé stesso,

          rimossi  tutti  gl’impedimenti  esterni.  Credo  anco  che  senza  dubitarne
          s’intenda, che sì come nell’arco descendente si va crescendo la velocità

          sino  al  punto  infimo  del  perpendicolo,  così  da  questo  per  l’altro  arco
          ascendente  si  vadia  diminuendo  sino  all’estremo  punto  altissimo,  e

          diminuendo  con  l’istesse  proporzioni  con  le  quali  si  venne  prima
          agumentando, sì che i gradi delle velocità ne i punti egualmente distanti





                                                          389
   384   385   386   387   388   389   390   391   392   393   394