Page 392 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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intendano tirate da gl’infiniti punti della linea DA, parallele alla DH, la
qual infinità di linee ci rappresenta in ultimo la superficie del triangolo
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AHD; e così intenderemo, qualsivoglia spazio passato dal mobile con
moto che, cominciando dalla quiete, si vadia uniformemente
accelerando, aver consumato ed essersi servito di infiniti gradì di
velocità crescenti, conforme all’infinite linee, che, cominciando dal
punto A, si intendono tirate parallele alla linea HD ed alle IE, KF, LG,
BC, continuandosi il moto quanto ne piace.
Ora finiamo l’intero parallelogrammo AMBC, e prolunghiamo sino al
suo lato BM non solo le parallele segnate nel triangolo, ma la infinità di
quelle che si intendono prodotte da tutti i punti del lato AC. E sì come la
BC era massima delle infinite del triangolo, rappresentanteci il massimo
grado di velocità acquistato dal mobile nel moto accelerato, e tutta la
superficie di esso triangolo era la massa e la somma di tutta la velocità
con la quale nel tempo AC passò un tale spazio, così il parallelogrammo
viene ad esser una massa ed aggregato di altrettanti gradi di velocità, ma
ciascheduno eguale al massimo BC, la qual massa di velocità viene a
esser doppia della massa delle velocità crescenti del triangolo, sì come
esso parallelogrammo è doppio del triangolo; e però, se il mobile che
cadendo si è servito de i gradi di velocità accelerata, conforme al
triangolo ABC, ha passato in tanto tempo un tale spazio, è ben
ragionevole e probabile che servendosi delle velocità uniformi, e
rispondenti al parallelogrammo, passi con moto equabile nel medesimo
tempo spazio doppio al passato dal moto accelerato.
SAGR. Resto interamente appagato. E se voi chiamate questo un discorso
probabile, quali saranno le dimostrazioni necessarie? Volesse Dio che in
tutta la comune filosofia se ne trovasse pur una delle sì concludenti!
SIMP. Non bisogna nella scienza naturale
Nelle scienze naturali
ricercar l’esquisita evidenza matematica.
non si deve
SAGR. Ma questa del moto non è quistion
ricercar l’evidenza
naturale? e pur non trovo che di esso Aristotile
matematica.
mi dimostri pur un minimo accidente. Ma non
divertiamo più il nostro ragionamento; e voi, Sig. Salviati, non mancate
in grazia di dirmi quello che mi accennaste esser cagione del fermare il
pendolo, oltre alla resistenza del mezo all’esser aperto.
SALV. Ditemi: di due pendenti da distanze
Il pendente da corda
diseguali, quello che è attaccato a più lunga
più lunga fa le
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