Page 39 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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copernicanesimo come Keplero. Dovette approdarvi, e ignoriamo quali
furono le sue tappe. Per quanto le sue prime dichiarazioni di adesione al
copernicanesimo siano esplicite, non gettano una luce definitiva sul suo
cammino. Si tratta di due lettere del 1597. Nella prima, indirizzata a
Jacopo Mazzoni, dice che l’opinione di Copernico circa il movimento e
la posizione della Terra gli sembra «assai più probabile dell’altra di
Aristotile e di Tolomeo», accennandogli poi quello che gli è «venuto in
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mente» in difesa delsuo pensiero. Nella seconda, indirizzata a Keplero,
ringrazia l’astronomo tedesco per avergli inviato una copia del
Mysterium cosmographicum, si compiace di sapere che è copernicano, e
soggiunge:
«… già da molti anni ho accettato la dottrina di Copernico, posizione che mi ha
permesso di scoprire le cause di molti effetti naturali che senza dubbio risultano
inesplicabili secondo l’ipotesi comune. Ho redatto studi su questa materia, con
numerose prove a suo sostegno, che fino a questo momento non ho osato
pubblicare…». 80
Ignoriamo quanti anni corrispondano a quel «molti», ma il guaio è che,
non solo negli scritti di Galileo anteriori al 1597, ma anche in scritti
successivi, pubblicati o no, fino al 1610, ci imbattiamo soltanto in chiare
dichiarazioni geocentriche e nel rifiuto delle idee copernicane.
Negli Juvenilia e più concretamente nei suoi commentari al De Caelo di
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Aristotele, Galileo rimane pienamente nella tradizione, usa argomenti
ripresi dai manuali dei gesuiti e dà prova di scarsa familiarità con l’opera
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di Copernico. Parla dell’eliocentrismo come di una teoria anteriore a
Tolomeo recentemente ripresa da Copernico e dice di essa che:
«Questa opinione è respinta dalla comune opinione dei filosofi e degli astronomi
per la ragione convincente che la terra si trova al centro del mondo». 83
E più avanti espone gli argomenti dei manuali correnti, che copia o
commenta.
Quanto al Trattato della sfera ovvero Cosmografia (più elementare degli
appunti degli Juvenilia), esso pone alcuni problemi. Si ritiene
generalmente che Galileo lo abbia compilato per le sue lezioni private e
le copie che ce ne restano sono datate fra il 1602 e il 1606, il che
significa che Galileo le avrebbe usate almeno per dieci anni e più, ed è
assai probabile che vi abbia introdotto alcune modificazioni, in ogni caso
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