Page 35 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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immediatamente l’opera dell’astronomo polacco e nel 1546, prendendo
le mosse da un aristotelismo assai conservatore, scrisse una dura critica
al De revolutionibus, che intitolò De coelo supremo immobili et terra
infima stabili…, nella quale smascherava il tentativo di Osiander. Mentre
questi fingeva di proteggere Copernico insistendo sull’indipendenza
dell’astronomia e della fisica, Tolosani nella sua relazione gerarchica
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denuncia come illegittime le pretese realistiche di Copernico. In altre
parole, se la fisica e la teologia – naturalmente, Tolosani sta pensando
alla fisica aristotelica e alla teologia tridentina – contraddicono il
movimento della Terra, risulta assurda e pericolosa, per la fede, la
pretesa di Copernico di difenderlo a partire dall’astronomia, che è
inferiore rispetto a quelle. Nella conclusione del suo opuscolo, Tolosani
ci informa che il suo protettore, Bartolomeo Spina, Maestro del Sacro
Palazzo e uomo di fiducia di papa Paolo III, non appena venne
pubblicato il De revolutionibus,
«ebbe intenzione di condannare il libro ma, impeditone dapprima dall’infermità
e poi dalla morte, non poté farlo. Per tale ragione io mi sono preso la briga di
farlo in questo opuscolo onde salvaguardare la verità per la comune utilità della
santa Chiesa». 66
Come è noto, nel 1615 il carmelitano Paolo Foscarini scrisse un famoso
opuscolo sull’opinione copernicana, nel quale tentò di dimostrare che
questa era in accordo con i passi delle Scritture che di solito venivano
addotti per confutarla, e lo inviò al cardinale Bellarmino perché gliene
desse un’opinione. Il cardinale replicò con una lettera non meno famosa
nella quale gli diceva fra l’altro:
«P.° [Primo] Dico che mi pare che V.P. e il Sig.r Galileo facciano
prudentemente a contentarsi di parlare ex suppositione e non assolutamente,
come io ho sempre creduto che habbia parlato Copernico». 67
Da allora si è dato e si dà per sicuro che Bellarmino credesse che
Copernico fosse autore della «Lettera al lettore» e che fosse quindi stato
lui a presentare il suo sistema quale mera ipotesi matematica. Certo è
però che questa è un’affermazione difficilmente sostenibile. Come
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ricorda Garin, il domenicano Tommaso Caccini, che nel 1614-1615
denunciò Galileo e depose davanti all’Inquisizione, tenne lezioni
pubbliche a Firenze sull’opera del suddetto Tolosani. Sappiamo d’altra
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