Page 31 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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paragrafo  è  palese  il  riferimento  ai  princìpi  del  Concilio  di  Trento
          relativi all’interpretazione di testi biblici che, come abbiamo visto, non

          poteva  deviare  da  quella  dei  Santi  Padri.  Il  parallelismo  risulta  infatti
          evidente. I primi padri erano i difensori di una nuova fede che doveva

          farsi  largo  in  una  cultura  pagana  con  la  quale  era  in  competizione:  i
          filosofi vennero espulsi e l’Accademia platonica fu chiusa. Adesso, nella

          Compagnia si allontanavano i professori che osassero sfidare le direttive
          dell’Ordine e venivano promossi alle cattedre soltanto gli entusiasti del

          voto di obbedienza. Nei confronti dei riformati e innovatori, bisognava
          radicalizzare  gli  atteggiamenti,  trattandosi  di  riconquistare  e  di
          proteggere gelosamente il supporto ideologico della fede cattolica, e di

          conseguenza si lottava, con la stessa animosità,


                   «contro a’ seguaci di nuove opinioni e contrarie alle peripatetiche».       54


          Per esempio, alla sovversione filosofica rappresentata dal Saggiatore di

          Galileo, si doveva contrapporre la necessità di:


                   «abbandonare  le  invenzioni  delle  opinioni  nuove  e  abbracciare  il  parere
                   confermato dalla testimonianza degli autori».      55


          Spinola,  con  un’argomentazione  «piena  più  di  cattiva  volontà  che  di
          verità»  stando  a  Guiducci,  istituiva  un  insidioso  rapporto  di

          causa/effetto, come si è già visto, tra la rinuncia all’opinione comune in
          filosofia e l’eresia. Commenta Guiducci:


                   «Adunque  la  vostra  querula  e  patetica  doglienza  non  è  fondata  sul  vero,  e  si

                   conosce  evidentemente  che  per  mancanza  di  buone  ragioni  contro  alle  nuove
                   opinioni  in  Filosofia  avete  voluto  accomunare  le  sentenze  e  l’interesse  di
                   Aristotele con quello della Teologia e della Fede. E tanto più mi confermo in
                   questo parere, poi che avendo io dato una scossa alle controversie del Cardinal
                   Bellarminio,  non  vi  si  trova  che  l’Eresie  d’oggi  dicontro  alla  Fede  Cattolica
                   traggan principio dall’opinioni nuove in Filosofia».      56


          Il  principio  di  autorità,  basato  sulla  tradizione,  si  estendeva
          esplicitamente dal campo della teologia a quello della cultura in generale

          e a quello della filosofia e della scienza in particolare. Ciò implica che
          quelli  che  potevano  essere  considerati  «errori»,  potevano  facilmente

          convertirsi  in  «eresie»,  cosa  che,  naturalmente,  poteva  comportare,  e
          comportò,  conseguenze  fatali.  Se  a  tutto  questo  si  aggiunge  l’odio





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