Page 26 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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obbedienza è semplicemente inaccettabile». 38
Naturalmente, sarebbero stati sostituiti nei loro posti di insegnamento
tutti coloro che si fossero allontanati dal cammino tracciato. Acquaviva
ordinò che delle sue disposizioni contro le novità si desse lettura ogni
anno durante la lezione inaugurale di ciascun corso, e pare che la sua
ingiunzione sia stata scrupolosamente applicata, persino dopo la sua
morte nel 1615.
Fu questo un momento cruciale. Nel 1615, i matematici dell’Ordine, che
erano l’elemento culturalmente più avanzato della Compagnia,
avrebbero potuto ancora rifarsi alla nuova scienza. Nel suo studio sulla
censura nella Compagnia, Baldini esamina il caso del gesuita Biancani
che fu costretto ad apportare sostanziali cambiamenti ai suoi testi in vista
della pubblicazione, al punto da apparire un antigalileiano, cosa che, a
quanto pare, non era. Nelle sue direttive sulla censura, Christopher
Grienberger che, come si è detto, succedette a Clavio sulla cattedra di
matematiche del Collegio Romano, esprime timidi e prudenti
suggerimenti per aiutare Biancani. A proposito di Grienberger, Baldini
fa notare che
«In realtà egli usa la censura come strumento d’una propria strategia culturale. A
prima vista questa si configura conservatrice nei confronti del discorso
formalmente più aperto del testo originario della Cosmographia (l’opera di
Biancani che si sta censurando)… più in profondo la sua analisi svela, in modo
apparentemente casuale, molti aspetti di arbitrarietà e approssimazione della
vecchia sintesi astronomica, e fa filtrare aperture (in meccanica e astronomia)
che, se non sempre corrette da un punto di vista moderno, appaiono comunque
rientrare nella linea di sviluppo della scienza del periodo». 39
Pur ammettendo che il programma di Grienberger non ebbe il successo
sperato, nel suo articolo Baldini insiste ancora una volta che, all’interno
della Compagnia, aveva luogo un intenso dibattito circa la nuova scienza
che stava delineandosi; mette in risalto il carattere pluralistico delle idee
dei gesuiti; commenta che a volte erano critici nei confronti di tesi o
risultati di Galileo, non già per conservatorismo, bensì perché, nota
Baldini, inconcludenti a causa dell’imprecisione e degli errori di tali
risultati e tesi alla luce dei nuovi criteri di esattezza che stavano
cominciando a emergere dal lavoro di altri autori, come per esempio
Tycho Brahe e Keplero in campo astronomico. 40
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