Page 22 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 22
errori più gravi e, quel che è ancor peggio, mettendoli per iscritto in opere che
non sarebbe difficile indicare». 22
Di più, Clavio è autore di un importante manuale, intitolato In Sphaeram
Ioannis de Sacrobosco commentarius, che ebbe grande diffusione e che
Galileo studiò e utilizzò ampiamente negli Juvenilia. L’edizione
originale era del 1570, ma la revisione del 1581 permise l’inserimento di
nuovi elementi come la nova del 1572 che Tycho Brahe aveva situato
nel mondo celeste, ciò che fa dire a Clavio che:
«Se questo fatto è certo, i peripatetici devono considerare in che modo poter
difendere le opinioni di Aristotele circa la materia del cielo», 23
e che lo induce a riflettere sulla possibilità che il mondo celeste sia
suscettibile di cambiamento e corruzione, sia pure meno del mondo
elementare.
Di fatto, però, le possibilità della rivendicazione dell’uso e della
funzione delle matematiche portarono a un punto che non si poteva
oltrepassare senza entrare in flagrante contraddizione con le premesse
aristoteliche. E la scelta di Clavio, come dei gesuiti in generale, era
chiara e priva di ambiguità. Quelle idee sulle matematiche che potevano
apparire più «moderne» o «galileiane» non lo avvicinavano
assolutamente né al copernicanesimo né alla nuova fisica che Galileo
andava elaborando. Lo stretto rapporto tra matematiche e fisica e il
realismo postulato da Clavio restò infatti al servizio della fisica
aristotelica e della cosmologia geocentrica alla quale era legata
l’interpretazione delle Scritture dell’autorità ecclesiastica. Più ancora,
24
«lo spirito moderatamente progressista dell’astronomia di Clavio» non
lo portò ad accettare la teoria copernicana, né tantomeno lo indusse poi a
pronunciarsi pubblicamente a favore del sistema di Tycho Brache, al
quale sarebbero stati inclini i gesuiti. Clavio, al pari di altri membri della
Compagnia, era competente nel suo campo, la matematica e
l’astronomia, ma, da buon gesuita, le sue idee scientifiche erano al
servizio delle esigenze dottrinali e apologetiche della fede tridentina. La
situazione e l’atteggiamento dei filosofi naturali gesuiti da questo punto
di vista sono infatti ben documentati.
La prima polemica pubblica di Galileo con la filosofia aristotelica ebbe
luogo nel campo dell’idrostatica con Lodovico delle Colombe. Gli
esperimenti che Galileo presentò in quell’occasione risultarono
22