Page 36 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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parte  che  tra  i  gesuiti  era  ben  noto  che  la  lettera  di  Osiander  tradiva
          l’autentico pensiero di Copernico, come è attestato dalle note di censura

          alla Cosmographia di Giuseppe Biancani, vergate da Grienberger. Nella
          prima di esse, questi dice:



                   «Inoltre, come R.V. (la Riverenza Vostra) dirà, gli astronomi che menziona, e
                   principalmente  Copernico,  si  servono  anche  del  nome  di  ipotesi  nella
                   determinazione ed esposizione mediante linee dei moti celesti. Tuttavia, in altri
                   luoghi Copernico non parla in via ipotetica, bensì intende provare in via assoluta
                   che il sistema del mondo è tale come egli stesso lo ha escogitato…» [E poco
                   dopo insiste:] «Pare che voglia giustificare coloro che collocano il Sole al centro
                   del  mondo  come  se  non  credessero  che  sia  realmente  così.  Non  si  può  dire
                   questo  di  Copernico,  poiché  proprio  per  questo  fu  sospeso,  e  ciò  nonostante
                   spesso si serve del nome di “ipotesi”».    69


          D’altra  parte,  ben  conosciamo  lo  stretto  rapporto  esistente  tra
          Grienberger  e  Bellarmino,  che  in  precedenza  aveva  già  mantenuto  un

          amichevole rapporto con Clavio. Se ricordiamo inoltre che Bellarmino
          era  stato  uno  dei  membri  che  condannarono  Bruno  e  che  era  senza

          dubbio  una  delle  persone  meglio  informate  di  Roma,  risulta  difficile
          credere che non fosse al corrente delle credenze realistiche di Copernico.

          E  dunque,  se  gli  crediamo,  risulta  difficile  attribuirgli  un’estesa
          conoscenza nel campo dell’astronomia – o anche cosmologia – come si è

          fatto  e  si  continua  a  fare.  Nel  significato  corrente  del  termine,  non  la
          possedeva.     70

          Naturalmente,  ciò  ha  attinenza  con  un  altro  aspetto  della  stessa
          problematica.  Come  è  ben  noto,  Duhem,  in  uno  dei  suoi  eccessi  più

          manifesti,  attribuì  a  Bellarmino  il  merito  di  avere  postulato
          l’epistemologia  e  metodologia  corrette  di  contro  a  quelle  erronee  di
          Galileo. Nella sua nota opera Sozein ta phainomena. Essai sur la notion

          de  théorie  physique  de  Platon  à  Galilée,  oltre  ad  affermare  che  gli
          scienziati  del  secolo  XX  hanno  dovuto  abbandonare  illusioni  che

          passavano per certezze, soggiunge:


                   «Oggi  si  vedono  costretti  a  riconoscere  e  confessare  che  la  logica  stava  dalla
                   parte di Osiander, di Bellarmino e di Urbano VIII, e non dalla parte di Keplero e
                   Galileo; che i primi avevano compreso la portata esatta del metodo sperimentale
                   e che a tale proposito i secondi erano incorsi in errore». [La conclusione e il
                   libro di Duhem finiscono così:] «Nonostante Keplero e Galileo, oggi crediamo,
                   con  Osiander  e  Bellarmino,  che  le  ipotesi  della  fisica  altro  non  sono  se  non
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                   artifici matematici destinati a salvare i fenomeni»  (corsivi nell’originale).


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