Page 33 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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super  ortodosso,  risultava  incomprensibile  che  i  corpi  continuassero  a
          cadere  verso  il  centro  della  Terra  se  questo  non  coincideva  più  con  il

          centro dell’universo. Era incredibile che una Terra che procedesse nella
          sua rotazione a oltre 1500 chilometri/ora, non sentisse nessun effetto da

          tale  velocità.  L’eliocentrismo  e  il  movimento  terrestre  di  Copernico
          potevano  accettarsi  come  ipotesi  utile  per  i  calcoli,  ma  non  come

          descrizione del mondo reale.
          Tuttavia, nonostante le loro cospicue differenze, Digges, Bruno, Keplero

          e Galileo accettarono e difesero la verità della descrizione cosmologica
          del sistema copernicano. È ben noto che Bruno e Keplero rivolsero dure
          critiche a Osiander; questi aveva sostituito Retico come curatore del De

          revolutionibus e, per evitare difficoltà con i teologi, incluse una lettera
          iniziale anonima «Al Lettore» nella quale presentava le teorie dell’opera

          come mere ipotesi atte a facilitare i calcoli e le predizioni, senza nessuna
          pretesa  di  descrivere  il  mondo  reale.  All’inizio,  tra  i  riformati  trovò
          ampia  accettazione  la  tesi  promossa  da  Melantone,  che  ha  finito  per

          chiamarsi  «interpretazione  di  Wittenberg»,  per  usare  l’espressione  di
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          Westman,   e  i  cui  rappresentanti  più  importanti  furono  Erasmus
          Reinhold e Kaspar Peucer. Si accettava il sistema copernicano in quanto

          astronomia matematica; esso aveva inoltre il merito di avere eliminato
          l’equante,  tornando  ai  dogmi  classici  dell’uniformità  e  circolarità  dei

          movimenti planetari. Si respingeva invece come assurda l’affermazione
          del movimento terrestre e si rifiutava la teoria copernicana nella misura
          in  cui  si  presentava  come  una  cosmologia  fisica,  dal  momento  che  le

          nostre limitate capacità non ci permettono di sapere se i corpi celesti si
          muovono  secondo  l’uno  o  l’altro  dei  meccanismi  che  il  matematico

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          concepisce.  Le discussioni circa la possibilità e realtà dei meccanismi
          celesti  inventati  dagli  astronomi  avevano  una  lunga  tradizione.  Si  era

          soliti  evitare  i  problemi  rifacendosi  alla  tradizionale  separazione  e
          distinzione tra la parte matematica dell’astronomia astronomia tecnica, e

          la  parte  fisica  ovvero  cosmologia.  Fin  dall’antichità,  nell’ambito  della
          tradizione aristotelica era evidente che nella gerarchia o classificazione
          delle scienze, la fisica o filosofia naturale occupava un posto superiore

          alla matematica o astronomia e, pertanto, in caso di conflitto, era la fisica
          a prevalere. Adesso, però,



                   «Copernico si dichiarava in favore dello status della Terra come pianeta facendo
                   appello  ad  argomenti  ripresi  dalla  parte  matematica  dell’astronomia.  Così



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