Page 383 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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non resterò di recitarvi (se mi sovverrà) il modo che io tenevo. Ma prima
          ch’io  metta  mano  ad  altro,  non  posso  lasciar  di  dire  che  dubito

          grandemente che il Sig. Simplicio non abbia fedelmente referito il modo
          co ’l quale questo suo autore trova che la palla d’artiglieria, nel venir dal

          concavo della Luna sino al centro della Terra, consumerebbe più di sei
          giorni; perché, s’egli avesse supposto che la sua velocità nello scendere

          fusse stata eguale a quella del concavo (come dice il Sig. Simplicio che
          e’  suppone),  si  sarebbe  dichiarato  ignudissimo  anco  delle  prime  e  più

          semplici cognizioni di geometria: anzi mi maraviglio che l’istesso Sig.
          Simplicio  nell’ammetter  la  supposizione  ch’egli  dice,  non  vegga
          l’esorbitanza immensa che in quella si contiene.

          SIMP. Ch’io abbia equivocato nel riferirla, potrebbe essere; ma che io vi
          scuopra dentro fallacia, non è sicuramente.

          SALV. Forse non ho ben appreso quel che avete riferito. Non dite voi che
          quest’autore fa la velocità del moto della palla nello scendere eguale a
          quella ch’ell’aveva nello andare in volta, stando nel concavo lunare, e

          che calando con tal velocità si condurrebbe al centro in sei giorni?
          SIMP. Così mi par ch’egli scriva.

          SALV.  E  non  vedete  un’esorbitanza  sì                       Esorbitanza
          grande?  Ma  voi  certo  la  dissimulate:  ché
                                                                          immensa nell’argomento
          non  può  esser  che  non  sappiate  che  ’l                    preso dalla
          semidiametro  del  cerchio  è  manco  che  la
                                                                          palla cadente dal
          sesta  parte  della  circonferenza;  e  che  in
          conseguenza  il  tempo  nel  quale  il  mobile                  concavo della Luna.
          passerà  il  semidiametro,  sarà  manco  della  sesta  parte  del  tempo  nel

          quale, mosso con la medesima velocità, passerebbe la circonferenza; e
          che però la palla, scendendo con la velocità con la quale si muoveva nel

          concavo, arriverà in manco di quattr’ore al centro, posto che nel concavo
          compiesse  una  revoluzione  in  ore  ventiquattro,  come  bisogna  ch’ei

          supponga per mantenersi sempre nella medesima verticale.
          SIMP.  Intendo  ora  benissimo  l’errore;  ma  non  glie  lo  vorrei  attribuire

          immeritamente, ed è forza ch’io abbia errato nel recitar il suo argomento:
          e per fuggir di non gli n’addossar de gli altri, vorrei avere il suo libro, e
          se ci fusse chi andasse a pigliarlo, l’averei molto caro.

          SAGR. Non mancherà un lacchè, che anderà volando; ed appunto si farà
          senza perdimento di tempo, ché intanto il Sig. Salviati ci favorirà del suo

          computo.
          SIMP. Potrà andare, che lo troverà aperto su ’l mio banco insieme con



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