Page 379 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 379
SAGR. È o la propria gravità, o qualche colla che le ritien posate o
attaccate sopra le ruote.
SALV. Ma a deviare un mobile dal moto dove egli ha impeto, non ci vuol
egli maggior forza o minore, secondo che la deviazione ha da esser
maggiore o minore? cioè, secondoché nella deviazione egli dovrà
nell’istesso tempo passar maggiore o minore spazio?
SAGR. Sì, perché già di sopra fu concluso che a far muovere un mobile,
con quanta maggior velocità si ha da far muovere, tanto bisogna che sia
maggiore la virtù movente.
SALV. Ora considerate come per deviar la pietra della minor ruota dal
moto della proiezione, che ella farebbe per la tangente BF, e ritenerla
attaccata alla ruota, bisogna che la propria gravità la ritiri per quanto è
lunga la segante FG, o vero la perpendicolare tirata dal punto G sopra la
linea BF; dove che nella ruota maggiore il ritiramento non ha da esser
più che si sia la segante DE, o vero la perpendicolare tirata dal punto E
sopra la tangente DC, minor assai della FG, e sempre minore e minore
secondo che la ruota si facesse maggiore: e perché questi ritiramenti si
hanno a fare in tempi eguali, cioè mentre che si passano li due archi
eguali BG, CE, quello della pietra B, cioè il ritiramento FG, doverà esser
più veloce dell’altro DE, e però molto maggior forza si ricercherà per
tener la pietra B congiunta alla sua piccola ruota, che la pietra C alla sua
grande; ch’è il medesimo che dire, che tal poca cosa impedirà lo
scagliamento nella ruota grande, che non lo proibirà nella piccola. È
manifesto, dunque, che quanto più si cresce la ruota, tanto si scema la
causa della proiezione. 78
SAGR. Da questo che ora intendo mercé del vostro lungo sminuzzamento,
mi par di poter far restar pago il mio intelletto con assai breve discorso:
perché, venendo dalla velocità eguale delle due ruote impresso impeto
eguale in amendue le pietre per le tangenti, si vede la gran circonferenza,
co ’l poco separarsi dalla tangente, andar secondando in un certo modo e
con dolce morso suavemente raffrenando nella pietra l’appetito, per così
dire, di separarsi dalla circonferenza, sì che qualunque piccol ritegno, o
della propria inclinazione o di qualche glutine, basta a mantenervela
congiunta; il quale poi resta invalido a ciò poter fare nella piccola ruota,
la quale, co ’l poco secondare la direzione della tangente, con troppa
ingorda voglia cerca ritenere a sé la pietra, e non essendo il freno e ’l
glutine più gagliardo di quello che manteneva l’altra pietra unita con la
379