Page 376 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 376

perciò  avesse  impeto  di  scagliare  una  pietra,  tale  impeto  si  accresce
          centomila volte in una ruota che avesse un milion di braccia di diametro:

          il che nega il Sig. Salviati, ed io inclino a creder l’istesso; ma non ne
          sapendo  la  ragione,  l’ho  da  esso  richiesta,  e  con  desiderio  la  sto

          attendendo.
          SALV. Eccomi per darvi quella sodisfazione che dalle mie forze mi sarà

          conceduta; e benché nel mio primo parlare vi sia per parer ch’io vadia
          ricercando  cose  aliene  dal  proposito  nostro,  tuttavia  credo  che  nel

          progresso del ragionamento troverremo che pur non saranno tali. Però
          dicami  il  Sig.  Sagredo  in  quali  cose  egli  ha  osservato  consister  la
          resistenza di alcun mobile all’esser mosso.

          SAGR.  Io  per  adesso  non  veggo  esser  nel  mobile  resistenza  interna
          all’esser mosso se non la sua naturale inclinazione e propensione al moto

          contrario, come ne’corpi gravi, che hanno propensione al moto in giù, la
          resistenza  è  al  moto  in  su:  ed  ho  detto  resistenza  interna,  perché  di
          questa credo che voi intendiate, e non dell’esterne, che sono accidentali e

          molte.
          SALV. Così ho voluto dire, e la vostra perspicacità ha prevalso al mio

          avvedimento.  Ma  s’io  sono  stato  scarso  nell’interrogare,  dubito  che  il
          Sig. Sagredo non abbia, con la risposta, adequata a pieno la domanda, e

                                             che nel mobile, oltre alla naturale inclinazione
            L’inclinazione de i
                                             al termine contrario, sia un’altra pure intrinseca
            gravi al moto in giù

            eguale alla resistenza           e  naturale  qualità  che  lo  faccia  renitente  al
                                             moto.  Però  ditemi  di  nuovo:  non  credete  voi
            al moto in su.
                                             che l’inclinazione, v. g., de i gravi di muoversi

          in giù sia eguale alla resistenza de i medesimi all’essere spinti in su?
          SAGR.  Credo  che  ella  sia  tale  per  l’appunto;  e  per  questo  veggo  nella

          bilancia due pesi eguali restar fermi nell’equilibrio, resistendo la gravità
          dell’uno  all’esser  alzato  alla  gravità  con  la  quale  l’altro,  premendo  in

          giù, alzar lo vorrebbe.
          SALV. Benissimo; sì che a voler che l’uno alzasse l’altro, bisognerebbe

          accrescer peso al premente, o scemarlo all’altro. Ma se nella sola gravità
          consiste la resistenza al moto in su, onde avviene che nella bilancia di
          braccia diseguali, cioè nella stadera, talvolta un peso di cento libbre, co

          ’l suo gravare in giù, non è bastante a alzarne uno di quattro libbre, che
          gli contrasterà; e potrà questo di quattro, abbassandosi, alzare quello di

          cento?  ché  tale  è  l’effetto  del  romano  verso  il  grave  peso  che  noi
          vogliam  pesare.  Se  la  resistenza  all’esser  mosso  risiede  nella  sola



                                                          376
   371   372   373   374   375   376   377   378   379   380   381