Page 375 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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pietra scappi fuor della cocca, non bisogna continuar uniformemente il
          suo moto, ma allora ch’egli è velocissimo, convien ritenere il braccio e

          reprimer  la  velocità  della  canna,  perloché  la  pietra,  che  già  è  in  moto
          velocissimo, scappa e con impeto si muove; ma tal ritegno non si può far

          nella canna maggiore, la quale, per la sua lunghezza e flessibilità, non
          ubbidisce  interamente  al  freno  del  braccio,  ma,  continuando  di

          accompagnare il sasso per qualche spazio, co ’l dolcemente frenarlo se
          lo ritien congiunto, e non, come se in un duro intoppo avesse urtato, da

          sé lo lascia fuggire: ché quando amendue le canne urtassero in un ritegno
          che le fermasse, io credo che la pietra parimente scapperebbe dall’una e
          dall’altra, ancorché i movimenti loro fussero egualmente veloci.

          SAGR. Con licenzia del Sig. Salviati, risponderò io alcuna cosa al Sig.
          Simplicio, poiché egli a me si è rivoltato: e dico che nel suo discorso vi è

          del buono e del cattivo; buono, perché quasi tutto è vero; cattivo, perché
          non fa in tutto al proposito nostro. Verissimo è, che quando quello che
          con  velocità  porta  le  pietre,  urtasse  in  un  ritegno  immobile,  esse  con

          impeto  scorrerebbero  innanzi,  seguendone  quell’effetto  che  tutto  il
          giorno si vede accadere in una barca che, scorrendo velocemente, arreni

          o  urti  in  qualche  ostacolo,  che  tutti  quelli  che  vi  son  dentro,  colti
          all’improvviso, repentinamente traboccano e cascano verso dove correva

          il navilio; e quando il globo terrestre incontrasse                  Dato che la vertigine
          un intoppo tale che del tutto resistesse alla sua
                                                                               diurna fusse
          vertigine e la fermasse, allora sì ch’io credo che                   della Terra, e che
          non solamente le fiere, gli edifizii e le città, ma
                                                                               ella per qualche
          le montagne, i laghi e i mari si sovvertirebbero,                    repentino ostacolo o

          e pur che il globo stesso non si dissipasse: ma
                                                                               intoppo si fermasse,
          niente  di  questo  fa  al  proposito  nostro,  che                  le fabbriche e le

          parliamo di quel che possa seguire al moto della
                                                                               montagne stesse e
          Terra  girata  uniformemente  e  placidamente  in                    forse tutto ’l globo si

          sé stessa, ancorché con velocità grande. Quello
                                                                               dissolverebbe.
          parimente  che  voi  dite  delle  canne,  è  in  parte

          vero, ma non fu portato dal Sig. Salviati come cosa che puntualmente si
          assesti alla materia di cui trattiamo, ma solamente come un esempio che
          così alla grossa possa destarci la mente a più accuratamente considerare,

          se  crescendosi  la  velocità  in  qualsivoglia  modo,  con  l’istessa
          proporzione si accresca la causa della proiezione, sì che, v. g., se una

          ruota di dieci braccia di diametro, movendosi in maniera che un punto
          della  sua  circonferenza  passasse  in  un  minuto  d’ora  cento  braccia,  e



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