Page 380 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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maggior ruota, si strappa la cavezza, e si corre per la tangente. Per tanto
          io  non  solamente  resto  capace  dell’aver  tutti  quelli  errato,  che  hanno

          creduto crescersi la cagione della proiezione secondo che si accresce la
          velocità della vertigine; ma di più vo considerando, che scemandosi la

          proiezione  nell’accrescersi  la  ruota,  tuttavoltaché  si  mantenga  la
          medesima velocità in esse ruote, forse potrebbe esser vero che a voler

          che la gran ruota scagliasse come la piccola, bisognasse crescerle tanto
          di velocità, quanto se le cresce di diametro, che sarebbe quando le intere

          conversioni si finissero in tempi eguali: e così si potrebbe stimare che la
          vertigine  della  Terra  non  più  fusse  bastante  a  scagliare  le  pietre,  che
          qualsivoglia  altra  piccola  ruota  che  tanto  lentamente  si  girasse,  che  in

          ventiquattr’ore desse una sola rivolta.             79

          SALV. Non voglio per ora che noi cerchiamo tant’oltre; basta che assai
          abbondantemente  abbiamo  (s’io  non  m’inganno)  mostrato  l’inefficacia
          dell’argumento,  che  nel  primo  aspetto  pareva  concludentissimo,  e  tale

          era stato stimato da grandissimi uomini: ed assai bene speso mi parrà il
          tempo  e  le  parole,  se  anco  nel  concetto  del  Sig.  Simplicio  averò

          guadagnato  qualche  credenza,  non  dirò  della  mobilità  della  Terra,  ma
          almanco del non esser l’opinion di coloro che la credono, tanto ridicola e

          stolta, quanto le squadre de’ filosofi comuni la tengono.
          SIMP.  Le  soluzioni  addotte  sin  qui  all’instanze  fatte  contro  a  questa

          diurna  revoluzion  della  Terra,  prese  da  i  gravi  cadenti  dalla  sommità
          d’una torre, e da i proietti a perpendicolo in su o secondo qualsivoglia
          inclinazione  lateralmente,  verso  oriente,  occidente,  mezzogiorno  o

          settentrione  etc.,  mi  hanno  in  qualche  parte  scemata  l’antiquata
          incredulità concepita contro a tale opinione: ma altre maggiori difficultà

          mi si aggirano adesso per la fantasia, dalle quali io assolutamente non mi
          saprei  mai  sviluppare,  nè  forse  credo  che  voi  medesimi  ve  ne  potrete
          disciorre; e può anco essere che venute non vi sieno all’orecchie, perché

          sono assai moderne. E queste sono le opposizioni di due autori che ex
          professo scrivono contro al Copernico: le prime si leggono in un libretto

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          di conclusioni naturali;  le altre sono d’un gran filosofo e matematico
          insieme, inserte in un trattato che egli fa in grazia d’Aristotile e della sua

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                                         opinione intorno all’inalterabilità del cielo,  dove
            Altre opposizioni di
                                         ei prova che non pur le comete, ma anco le stelle
            due autori
            moderni contro al            nuove, cioè quella del settantadua in Cassiopea e
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            Copernico.                   quella  del  seicentoquattro  nel  Sagittario,   non



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