Page 364 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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SALV. Io avevo preso come per vero che le velocità de i mobili
naturalmente descendenti seguitassero la proporzione delle loro gravità,
in grazia del Sig. Simplicio e d’Aristotile, che in più luoghi l’afferma
come proposizione manifesta; voi, in grazia dell’avversario, ponete ciò
in dubbio, ed asserite poter esser che la velocità si accresca con
proporzion maggiore, ed anco maggiore in infinito, di quella della
gravità, onde tutto il discorso passato vadia per terra; resta a me, per
sostenerlo, il dire che la proporzione delle velocità è molto minore di
quella delle gravità, e così non solamente sollevare, ma fortificare,
quanto si è detto: e di questo ne adduco per prova l’esperienza, la quale
ci mostrerà che un grave anco ben trenta e quaranta volte più di un altro,
qual sarebbe, per esempio, una palla di piombo ed una di sughero, non si
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moverà né anco a gran pezzo più veloce il doppio. Ora, se la
proiezione non si farebbe quando ben la velocità del cadente si
diminuisse secondo la proporzione della gravità, molto meno si farà ella
tutta volta che poco si scemi la velocità per molto che si detragga del
peso. Ma posto anco che la velocità si diminuisse con proporzione assai
maggiore di quella con che si scemasse la gravità, quando ben anco ella
fusse quella stessa con la quale si diminuiscono quelle parallele tra la
tangente e la circonferenza, io non penetro necessità veruna che mi
persuada doversi far la proiezione di materie quanto si vogliano
leggierissime, anzi affermo pure che ella non si farà, intendendo però di
materie non propriamente leggierissime, cioè prive di ogni gravità e che
per lor natura vadano in alto, ma che lentissimamente descendano ed
abbiano pochissima gravità: e quello che mi muove a così credere è che
la diminuzione di gravità, fatta secondo la proporzione delle parallele tra
la tangente e la circonferenza, ha per termine ultimo ed altissimo la
nullità di peso, come quelle parallele hanno per ultimo termine della lor
diminuzione l’istesso contatto, che è un punto indivisibile; ora la gravità
non si diminuisce mai sino al termine ultimo, perché così il mobile non
sarebbe grave; ma ben lo spazio del ritorno del proietto alla
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