Page 359 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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e non solamente del moto in giù della penna, ma anco di quello della
pietra? ed io, ben da semplice davvero, mi ero lasciato persuadere che le
pietre non potrebber esser estruse dalla vertigine della Terra! Torno
dunque a ridirmi, e dico che quando la Terra si muovesse, le pietre, gli
elefanti, le torri e le città volerebbero verso il cielo per necessità; e
perché ciò non segue, dico che la Terra non si muove.
SALV. Oh, Sig. Simplicio, voi vi sollevate così presto, ch’io comincerò a
temer più di voi che della penna. Quietatevi un poco, e ascoltate. Se per
ritener la pietra o la penna annessa alla superficie della Terra ci fusse di
bisogno che ’l suo descender a basso fusse più o tanto quanto è il moto
fatto per la tangente, voi areste ragione a dir che bisognasse che ella si
movesse altrettanto o più velocemente per la segante all’ingiù che per la
tangente verso levante: ma non mi avete voi detto poco fa, che mille
braccia di distanza per la tangente dal contatto non rimuovono appena un
dito dalla circonferenza? Non basta, dunque, che il moto per la tangente,
che è quel della vertigine diurna, sia semplicemente più veloce del moto
per la segante, che è quel della penna all’ingiù; ma bisogna che quello
sia tanto più veloce, che ’l tempo che basta a condur la penna, v. g.,
mille braccia per la tangente, sia poco per il muoversi un sol dito
all’ingiù per la segante: il che vi dico che non sarà mai, fate pur quel
moto veloce, e questo tardo, quanto vi piace.
SIMP. E perché non potrebbe esser quello per la tangente tanto veloce,
che non desse tempo alla penna d’arrivar alla superficie della Terra?
SALV. Provate a mettere il caso in termini, ed io vi risponderò. Dite
adunque quanto vi par che bastasse far quel moto più veloce di questo.
SIMP. Dirò, per esempio, che quando quello fusse un milion di volte più
veloce di questo, la penna e anco la pietra verrebbero estruse.
SALV. Voi dite così, e dite il falso, solo per difetto non di logica o di
fisica o di metafisica, ma di geometria: perché, se voi intendeste solo i
primi elementi, sapreste che dal centro del cerchio si può tirare una retta
linea sino alla tangente, che la tagli in modo che la parte della tangente
tra ’l contatto e la segante sia uno, due e tre milioni di volte maggior di
quella parte della segante che resta tra la tangente e la circonferenza; e di
mano in mano che la segante sarà più vicina al contatto, questa
proporzione si fa maggiore in infinito: onde non è da temere che, per
veloce che sia la vertigine e lento il moto in giù, la penna, o altro più
leggiero, possa cominciare a sollevarsi, perché sempre l’inclinazione in
giù supera la velocità della proiezione.
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