Page 358 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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leggiere  veramente  che  vadano  all’insù,  o  pur  non  assolutamente
          leggiere, ma così poco gravi che ben vengano a basso, ma lentamente;

          perché se voi intendete delle assolutamente leggiere, ve le lascerò esser

          estruse più che voi non volete.           64
          SIMP.  Io  intendo  di  queste  seconde,  quali  sarebbono  penne,  lana,
          bambagia e simili, a sollevar le quali basta ogni minima forza: tuttavia si

          veggono starsene in Terra molto riposatamente.
          SALV. Come questa penna abbia qualche natural propensione di scender

          verso la superficie della Terra, per minima ch’ella sia, vi dico che ell’è
          bastante a non la lasciar sollevare; e questo non è ignoto né anco a voi.

          Però ditemi: quando la penna fusse estrusa dalla vertigine della Terra,
          per che linea si moverebb’ella?

          SIMP. Per la tangente nel punto della separazione.
          SALV.  E  quando  ella  dovesse  tornar  a  riunirsi,  per  qual  linea  si
          muoverebbe?

          SIMP. Per quella che va da lei al centro della Terra.
          SALV.  Talché  qui  cascano  in  considerazione  due  moti:  uno  della

          proiezione, che comincia dal punto del contatto e segue per la tangente; e
          l’altro dell’inclinazione all’ingiù, che comincia dal proietto e va per la

          segante verso il centro: ed a voler che la proiezione segua, bisogna che
          l’impeto per la tangente prevaglia all’inclinazione per la segante: non sta

          così?
          SIMP. Così mi pare.
          SALV. Ma che cosa pare a voi che sia necessaria che si trovi nel moto

          proiciente, acciò che e’ prevaglia a quel dell’inclinazione, onde ne segua
          lo staccamento e l’allontamento della penna dalla Terra?

          SIMP. Io non lo so.
          SALV.  Come  non  lo  sapete?  qui  il  mobile  è  il  medesimo,  cioè  la
          medesima penna; or come può il medesimo mobile superare nel moto e

          prevalere a sé stesso?
          SIMP. Io non intendo che e’ possa prevalere o cedere a sé medesimo nel

          moto, se non co ’l muoversi or più veloce e or più tardo.
          SALV.  Ecco  dunque  che  voi  pur  lo  sapevi.  Se  dunque  deve  seguir  la

          proiezione della penna e prevalere il suo moto per la tangente al moto
          per la segante, quali bisogna che sieno le velocità loro?

          SIMP. Bisogna che il moto per la tangente sia maggior di quell’altro per
          la segante. Oh povero a me! o non è egli anco centomila volte maggiore,





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