Page 360 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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SAGR. Io non resto interamente capace di questo negozio.
          SALV.  Io  ve  ne  farò  una  dimostrazione
                                                                           Dimostrazione
          universalissima, e anco assai facile. Sia data
                                                                           geometrica per provare
          proporzione quella che ha la BA alla C, e sia
                                                                           l’impossibilità
          BA maggior di C quanto esser si voglia; e sia
                                                                           dell’estrusione mediante
          il cerchio il cui centro D, dal quale bisogni
                                                                           la vertigine
          tirare una segante, sì che la tangente ad essa
          segante abbia la proporzione che ha BA alla                      terrestre.

          C: prendasi delle due BA, C la terza proporzionale AI, e come BI ad IA,
                                                                                                             *
          così si faccia il diametro FE ad EG, e dal punto G tirisi la tangente GH :
          dico esser fatto quanto bisognava, e come BA a C, così essere HG a GE.
          Imperocché, essendo come BI ad IA così FE ad EG, sarà, componendo,

          come BA ad AI così FG a GE; e perché la C è media proporzionale tra
          BA, AI, e la GH è media tra FG, GE, però come BA a C così sarà FG a
          GH, cioè HG a GE, che è quel che bisognava fare.




















          SAGR.  Resto  capace  di  questa  dimostrazione;  tuttavia  non  mi  si  toglie

          interamente  ogni  scrupolo,  anzi  mi  sento  rigirar  per  la  mente  certa
          confusione, la quale, a guisa di nebbia densa ed oscura, non mi lascia

          discerner,  con  quella  lucidità  che  suole  esser  propria  delle  ragioni
          matematiche, la chiarezza e necessità della conclusione. E quello in che

          io  mi  confondo,  è  questo.  È  vero  che  gli  spazii  tra  la  tangente  e  la
          circonferenza  si  vanno  diminuendo  in  infinito  verso  ’l  contatto;  ma  è

          anco vero, all’incontro, che la propensione del mobile al descendere si
          va  facendo  in  esso  sempre  minore  quanto  egli  si  trova  più  vicino  al
          primo  termine  della  sua  scesa,  cioè  allo  stato  di  quiete,  sì  come  è

          manifesto  da  quello  che  voi  ci  dichiaraste,  mostrando  che  il  grave
          descendente  partendosi  dalla  quiete  debbe  passar  per  tutti  i  gradi  di

          tardità mezani tra essa quiete e qualsivoglia segnato grado di velocità, li
          quali  sono  minori  e  minori  in  infinito.  Aggiugnesi  che  essa  velocità  e





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