Page 335 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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sovvengono così a ognuno, non ce ne mancano, Sottiglieze assai
e massime in questa cosa della navigazione. E insipide ironicamente
non vi parrà un bel pensiero quello che mi dette, e cavate da
sovvenne pur nella medesima navigazione, certa enciclopedia.
quando mi accorsi che l’albero della nave,
senza rompersi o piegarsi, aveva fatto più viaggio con la gaggia, cioè
con la cima, che col piede? perché la cima, essendo più lontana dal
centro della Terra che non è il piede, veniva ad aver descritto un arco di
un cerchio maggiore del cerchio per il quale era passato il piede.
SIMP. E così, quand’un uomo cammina, fa più viaggio col capo che co i
piedi?
SAGR. L’avete da per voi stesso e di vostro ingegno penetrata benissimo.
Ma non interrompiamo il Sig. Salviati.
SALV. Mi piace di veder che il Sig. Simplicio si va addestrando, se però
il pensiero è suo, e non l’ha imparato da certo libretto di conclusioni,
dove ne sono parecchi altri non men vaghi e Instanza contro al
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arguti. Segue che noi parliamo dell’artiglieria
moto diurno della
eretta a perpendicolo sopra l’orizonte, cioè del Terra, presa dal
tiro verso il nostro vertice, e finalmente del
tiro perpendicolare
ritorno della palla per l’istessa linea sopra dell’artiglieria.
l’istesso pezzo, ancorché nella lunga dimora che
ella sta separata dal pezzo, la Terra l’abbia per molte miglia portato
verso levante, e par che per tanto spazio dovrebbe la palla cader lontana
dal pezzo verso occidente; il che non accade; adunque l’artiglieria, senza
essersi mossa, l’ha aspettata. La soluzione è l’istessa che quella della
pietra cadente dalla torre, e tutta la fallacia e l’equivocazione consiste nel
suppor sempre per vero quello che è in quistione; perché l’avversario ha
sempre fermo nel concetto che la palla si parta dalla quiete, nel venir
cacciata dal fuoco fuor del pezzo, e partirsi
Si risponde
dallo stato di quiete non può esser se non
all’instanza, mostrando
supposta la quiete del globo terrestre, che è
l’equivoco.
poi la conclusione di che si quistioneggia.
Replico per tanto che quelli che fanno la Terra mobile, rispondono che
l’artiglieria e la palla che vi è dentro participano il medesimo moto che
ha la Terra, anzi che questo, insieme con lei, hann’eglino da natura, e
che però la palla non si parte altrimenti dalla quiete, ma congiunta co ’l
suo moto intorno al centro, il quale dalla proiezione in su non le vien né
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