Page 332 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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velocità;  ed  all’incontro,  tirando  per  l’altro  verso,  il  medesimo  arco
          conferisce  i  suoi  medesimi  tre  gradi  in  un  bolzone  che  si  muove  in

          contrario con un grado, talché nel separarsi dalla corda non gli restano
          altro che dua soli gradi di velocità. Ma già voi stesso avete deposto che

          per fare i tiri eguali bisogna che il bolzone si parta una volta con quattro
          gradi e l’altra con due: adunque, senza mutar arco, l’istesso corso della

          carrozza  è  quello  che  aggiusta  le  partite,  e
                                                                              Sciogliesi l’argomento
          l’esperienza è poi quella che le sigilla a coloro
                                                                              preso da i
          che non volessero o non potessero esser capaci                      tiri d’artiglieria
          della  ragione.  Ora  applicate  questo  discorso
                                                                              verso levante e verso
          all’artiglieria, e troverete che, muovasi la Terra

          o  stia  ferma,  i  tiri  fatti  dalla  medesima  forza             ponente.
          hanno  a  riuscir  sempre  eguali,  verso  qualsivoglia  parte  indrizzati.

          L’errore di Aristotile, di Tolomeo, di Ticone, vostro, e di tutti gli altri, ha
          radice in quella fissa e inveterata impressione, che la Terra stia ferma,
          della  quale  non  vi  potete  o  sapete  spogliare  né  anco  quando  volete

          filosofare di quel che seguirebbe, posto che la Terra si movesse; e così
          nell’altro argomento, non considerando che mentre che la pietra è su la

          torre, fa, circa il muoversi o non muoversi, quel che fa il globo terrestre,
          perché avete fisso nella mente che la Terra stia ferma, discorrete intorno

          alla caduta del sasso sempre come se si partisse dalla quiete, dove che
          bisogna dire: Se la Terra sta ferma, il sasso si parte dalla quiete e scende

          perpendicolarmente; ma se la Terra si muove, la pietra altresì si muove
          con  pari  velocità,  né  si  parte  dalla  quiete,  ma  dal  moto  eguale  a  quel
          della Terra, col quale mescola il sopravegnente in giù e ne compone un

          trasversale.
          SIMP. Ma, Dio buono, come, se ella si muove trasversalmente, la veggo

          io muoversi rettamente e perpendicolarmente? questo è pure un negare il
          senso manifesto; e se non si deve credere al senso, per qual altra porta si

          deve entrare a filosofare?
          SALV.  Rispetto  alla  Terra,  alla  torre  e  a  noi,  che  tutti  di  conserva  ci

          moviamo, col moto diurno, insieme con la pietra, il moto diurno è come
          se  non  fusse,  resta  insensibile,  resta  impercettibile,  è  senza  azione
          alcuna, e solo ci resta osservabile quel moto del quale noi manchiamo,

          che è il venire a basso lambendo la torre. Voi non sete il primo che senta
          gran  repugnanza  in  apprender  questo  nulla  operar  il  moto  tra  le  cose

          delle quali egli è comune.
          SAGR. Ora mi sovviene di certo mio fantasticamento, che mi passò un



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